Diabete, in aumento i casi

La Società Italiana di Diabetologia avverte: "In crescita casi di diabete, obesità e costi sanitari legati alle complicanze".

01/06/2012

Le istituzioni europee avevano lanciato un monito il 14 marzo di quest’anno: occorre fare di più per contrastare la malattia del diabete, in termini di finanziamento alla ricerca, progetti e politiche codificate a livello dei singoli Stati membri. Attraverso una risoluzione, il Parlamento europeo ha voluto ricordare a ogni paese dell’Unione l’importanza di sviluppare Piani Nazionali sul diabete e il problema assume un’urgenza maggiore proprio per l’Italia. Pur avendo approvato una legge nel 1987, il nostro paese è infatti molto indietro su questo punto e la Società Italiana di Diabetologia (SID) ha proposto di aprire un tavolo con le istituzioni, la medicina generale e gli specialisti per arrivare quanto prima all’obiettivo. Durante il 24° Congresso Sid appena conclusosi a Torino, è stato lanciato un messaggio forte: facciamo qualcosa perché sono in aumento i pazienti con diabete, si diffonde l'obesità, soprattutto quella infantile, e aumentano i costi sanitari legati alle complicanze.

Una particolare attenzione è stata dedicata alla popolazione femminile affetta da diabete: in Italia sono circa 2 milioni le donne con questa patologia, e sono più a rischio di complicanze perché, come risulta dalle indagini, non riescono a tenere sotto controllo i principali fattori di rischio cardiovascolari quali il peso e il girovita. Solo il 57%, infatti, non è obesa e ha un indice di massa corporea inferiore a 30 (contro il 70% degli uomini) e, dato ancora più critico, soltanto l'8% delle donne diabetiche ha un girovita che misura meno della soglia di rischio elevato (contro il 53% degli uomini). Lo studio effettuato (“Renal Insufficiency And Cardiovascular Events Italian Multicenter Study” - Riace)  ha coinvolto oltre 15mila diabetici in cura presso 19 ambulatori diabetologici ospedalieri fra il 2007 e il 2008, e mostra che le donne diabetiche che si rivolgono ai centri specialistici sono meno degli uomini (43% rispetto al 57%) e mediamente sono casi più complicati. Il motivo? Sono spesso più anziane, fumano e, soprattutto, controllano meno emoglobina glicata, colesterolo, trigliceridi, pressione. «E' però sul girovita che si registrano le differenze più eclatanti», ha spiegato Stefano Del Prato, presidente Sid. «Il 20% dei diabetici maschi riesce a mantenere la circonferenza addominale al di sotto della prima soglia di rischio aumentato, pari a 94 centimetri, mentre solo l'1% delle donne ha un girovita inferiore a 80. Le pazienti di sesso femminile hanno un girovita medio di 103 cm, molto alto dunque». Ma le criticità non finiscono qui: alle donne le cure con i farmaci sembrano non bastare visto che dall’analisi emerge che ricevono le terapie tanto quanto gli uomini. Se sono più deboli di fronte al diabete e incapaci di tenere sotto controlli i fattori di rischio cardiovascolari, forse però non è colpa solo degli ormoni. «Le donne - avvertono dalla Sid - hanno un ruolo sociale più impegnativo, costrette a dividersi fra casa, lavoro e famiglia. Tutto questo toglie tempo a loro stesse e magari fa sì che le terapie, benché vengano prescritte adeguatamente, non siano seguite con altrettanta attenzione».

Alessandra Turchetti
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