02/07/2012
«Per ogni 5 tossicodipendenti uomini, c'è una donna. Il numero delle detenute è, però, molto inferiore: il 2.8% rispetto agli uomini. E' perché le donne tossicodipendenti commettono reati meno gravi, che non prevedono la detenzione. Il più frequente è la prostituzione. Anche i decessi delle donne che bevono o si drogano sono molto inferiori a quelli degli uomini: il 20%». Dalle parole di Florence Mabileau, funzionaria del Gruppo Pompidou del Consiglio d’Europa, intervenuta al convegno internazionale organizzato a Roma il 21 giugno scorso dal Dipartimento Politiche Antidroga (DPA) della Presidenza del Consiglio e dall'Istituto delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia (UNICRI), emerge la fotografia di genere delle dipendenze in Europa.
Durante l’incontro è stata ribadita la volontà di implementare i servizi dedicati alle donne, superando ogni discriminazione e rafforzando gli interventi soprattutto nei Paesi dell'area del Mediterraneo. Il progetto Dadnet, supportato dal DPA, la cui delega è affidata al Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione Andrea Riccardi, si occupa proprio di questo: preparare linee guida basate su studi e ricerche tematiche di genere, promuovere l'attivazione di un network internazionale per la prevenzione dell'uso di alcol e droghe da parte delle donne, adeguare i servizi assistenziali sui loro specifici bisogni.
Il progetto è partito un anno fa e questo incontro è servito a fare il punto su ciò che è stato fatto da allora in termini di prevenzione, trattamento e recupero specificamente rivolti al genere femminile. I dati illustrati hanno evidenziato come, nell'ambito del consumo di sostanze nelle ragazze in Italia, in un'età compresa tra i 15 e i 19 anni, sia salito in modo preoccupante l'abuso di farmaci non prescritti.
«La donna è molto più fragile e ha più problemi degli uomini», ha spiegato Florence Mabileau. «Nel periodo dell'assunzione di droghe o alcol è spesso vittima di prevaricazioni di qualsiasi tipo, frequentemente di violenze sessuali. L'unico punto di forza rispetto all'uomo è che la donna riesce a vincere la dipendenza durante la maternità». Solitudine e depressione ma soprattutto la convivenza con un partner che beve o si droga sono le cause più frequenti della tossicodipendenza femminile.
«Il Dipartimento Politiche Antidroga - ha dichiarato Giovanni Serpelloni, capo del DPA - ha promosso e finanziato questo progetto, chiedendo la collaborazione a due partner come Unicri e l'Unodc che possono offrirci un punto di vista globalizzato, più ampio proprio perché internazionale. Siamo convinti, infatti, che affrontare il problema di genere da diversi punti di vista sia estremamente importante. Vale la pena ricordare che le donne hanno sempre avuto un fattore di resistenza alla dipendenza maggiore degli uomini e che, invece, stanno perdendo negli ultimi tempi mostrando interesse verso delle sostanze tipicamente di uso maschile come la cocaina. Stiamo raggiungendo quasi un'equità tra i sessi. Credo che proprio attraverso “Dadnet” possiamo avere uno strumento in più utile per capire e prevenire questo pericoloso cambiamento. Le donne al pari e forse più degli uomini, vanno sostenute e supportate nelle loro scelte di salute con un'offerta attiva di percorsi di cura e riabilitazione precoci ed efficaci».
Alessandra Turchetti