22/12/2011
Sull’autorevole rivista Plos One è apparsa in questi giorni una ricerca dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa condotta su più di 33 mila studenti delle scuole superiori italiane, dalla quale emergerebbe che il rischio di fumare e di consumare sostanze stupefacenti ed alcol aumenta per i ragazzi con problemi di sovrappeso. Disturbi alimentari e comportamenti a rischio rimanderebbero, infatti, agli stessi fattori di disagio psicosociale.
L’indagine su ragazzi tra i 15 e i 19 anni riguardo l’uso di cocaina, eroina, stimolanti, allucinogeni e tranquillanti, ha rivelato, dunque, che gli adolescenti in sovrappeso consumano circa il doppio di sostanze illegali rispetto a quelli normopeso. Anche per il fumo di sigaretta e il cosiddetto “binge drinking” (cinque o più bevute nella stessa occasione) si segnala una preponderanza fra gli adolescenti sovrappeso. «Per le ubriacature abbiamo rilevato una frequenza tra i normopeso del 14% e tra i sovrappeso del 17%. Per i fumatori la percentuale tra i normopeso è del 26.6% mentre tra i sovrappeso del 30.5%», spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Ifc-Cnr e coordinatrice dello studio. Chiedersi come mai questi comportamenti a rischio siano più accentuati in chi non ha una perfetta forma fisica è d’obbligo.
«Un’analisi approfondita mostra che la relazione fra alterazioni del peso e uso di sostanze illegali è fortemente mediata da fattori psicosociali quali l’autostima e le relazioni interpersonali», continua la ricercatrice dell’Ifc-Cnr. «Ad esempio, il 25% dei sovrappeso ha problemi con gli amici contro il 21.5% dei normopeso. Mentre il 78.5% dei normopeso esce regolarmente con i coetanei, tra i sovrappeso la percentuale scende al 74%. Infine, è soddisfatto di sé il 74.5% dei normopeso e il 66 dei sovrappeso».
Un quadro particolare, dunque, che va interpretato nella giusta ottica senza conclusioni affrettate. «Non diciamo che l’eccesso di peso e l’uso di sostanze illecite siano direttamente correlati in una relazione causa-effetto», conclude Molinaro. «Entrambi, piuttosto, sono probabilmente dovuti a sottostanti fattori comuni di tipo sociale e personale, caratterizzati da un forte senso di insoddisfazione. È quindi necessario focalizzare l’attenzione sui fattori coinvolti nello sviluppo dell’obesità in età giovanile che, insieme all’uso di sostanze, possono contribuire al precoce manifestarsi di danni alla salute».
Alessandra Turchetti