28/05/2012
Foto Corbis
Abuso di alcool e droghe, questo il problema che interessa una buona parte dei lavoratori europei, esattamente il 5-20% stando allo studio effettuato da Eurofound, la fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, organismo dell'Unione europea. Sul posto di lavoro, questa abitudine è forse meno nota ma, soprattutto in alcune tipologie di impiego e settori, causa conseguenze importanti come assenteismo, conflitti, maggiore frequenza di incidenti e danneggiamenti al personale o a ciò che si produce, oltre, ovviamente, a seri effetti sulla salute.
La ricerca che fa riferimento all’Italia è stata condotta nel 2007 su 3mila persone tra i 18 e 35 anni da cui risulterebbe che il 13.5% ha fatto uso di cannabis nell'arco dei 12 mesi precedenti, il 4.5% di cocaina, l’1.2% di acidi e l’1% di oppiacei. Le percentuali scendono per i lavoratori con mansioni a rischio, che sono soggetti al ‘drug test’. Nel 2010, su quasi 87mila lavoratori testati quelli risultati positivi sono stati solamente lo 0,63%, ovvero 551, di cui 23 avevano sviluppato una vera e propria dipendenza. Il lavoratore che consuma più droga ha meno di 30 anni e le droghe più frequentemente usate sono i cannabinoidi (64%), seguiti dalla cocaina (19%) e dagli oppiacei (4.2%).
L’allarme è stato lanciato a Strasburgo in occasione della conferenza per la prevenzione di alcool e droghe sul posto di lavoro organizzata dal Consiglio d’Europa. A questo riguardo, la maggior parte dei Paesi europei ha elaborato leggi e accordi collettivi per eliminare e controllare l’uso di alcol e droghe nel luogo di lavoro, nella consapevolezza che i programmi di prevenzione, all’interno di una strategia più generale per la tutela della salute e della sicurezza, potrebbero funzionare meglio delle sanzioni o dei controlli. Molte ricerche dimostrano, infine, una forte correlazione fra consumo di droga e condizioni di lavoro stressanti e particolarmente stancanti. In particolare, l’aumento della cocaina potrebbe essere associato ai ritmi frenetici, alla logica competitiva e del profitto che si respira quasi sempre negli ambienti lavorativi, rappresentando, dunque, “un supporto funzionale legato a cause esterne”. Va considerata, inoltre, la difficoltà degli intervistati ad ammettere comportamenti a rischio punibili legalmente, quindi le percentuali calcolate potrebbero essere in difetto. In dettaglio, le conseguenze dell’assunzione di alcol e droghe sono diminuzione della concentrazione (30.4%), problemi di relazione (28.6%), difficoltà a mantenere il livello di produttività richiesta (26.5%), problemi di salute (25%), assenteismo (20.5%), problemi di natura legale (13.5%), incidenti (13.1%).
Alessandra Turchetti