23/04/2012
La pagina del modello F24 alla voce Imu (foto Ansa).
Da sempre la casa è stata un bene
rifugio privilegiato per i risparmi
delle famiglie italiane. Investire i
risparmi di una vita nella casa in cui potranno
andare ad abitare i propri figli è
il primo e più importante modo con cui
i genitori possono trasmettere un’eredità
concreta alle nuove generazioni. Insieme
a un “lavoro decente”, in effetti,
la casa è l’altro grande pilastro su cui si
possono costruire nuovi progetti di vita
e nuove famiglie.
Per questo stupisce e preoccupa
che, dopo tanto parlare di patrimoniali,
di tasse sulle grandi ricchezze, l’unico
patrimonio che si è tassato in modo
decisivo in questi mesi sia stato proprio
il bene casa (soprattutto attraverso
la rivalutazione del catasto, attuata improvvisamente
e in modo forfettario, e
quindi inevitabilmente grossolano), su
cui spesso si sono concentrati i risparmi
di una vita, finalizzati ai figli e proprio
per questo concentrati su un bene sicuro,
non volatile e rischioso come i sogni
di rendimenti di Borsa traditi dai vari
bond argentini, Parmalat, Cirio...
Il dibattito parlamentare più recente
sembra aver aperto qualche spiraglio, fino
al recente ordine del giorno del 19
aprile, approvato dal Governo su proposta
del Pdl, per rendere l’Imu una tassa
una tantum, valida solo per il 2012. Forse
la grande resistenza anche emotiva
emersa un po’ in tutto il Paese consentirà
di correggere questo accanimento
sul mattone di famiglia: altri sono i tagli
da compiere (costi della politica,
sprechi della pubblica amministrazione,
enti inutili), altre sono le ricchezze
da tassare, oltre alla irrinunciabile lotta
all’evasione fiscale, prima di intervenire
così pesantemente su un bene che, oltre
a essere un valore economico, è il
luogo della memoria, delle relazioni,
della stabilità del progetto familiare,
del dono che da genitori si fa alle nuove
generazioni. La casa non è un bene
di lusso per la singola famiglia, ma un
patrimonio dell’intero Paese, da custodire
e valorizzare, non da spremere fino
all’esaurimento.
Francesco Belletti