21/12/2011
Sempre più famiglie italiane si stanno attrezzando per integrare nella
loro vita quotidiana l'uso delle tecnologie informatiche. L'aumento, dal 2010 a quest'anno, è evidente: dal possesso del personal computer (dal 57,6% al 58,8%),
all'accesso a internet (dal 52,4% al 54,5%), a una connessione a banda
larga (dal 43,4% al 45,8%) tutto parla di dati in crescita. Il merito? Dei minorenni. Lo certifica l'Istat in una nota pubblicata ieri, che ha confermato come l'84,4% di famiglie con un minore possiede un
pc, il 78,9% ha accesso a internet e il 68% utilizza la banda larga.
Resta comunque alto, il 41,7%, la percentuale di nuclei familiari che non
ha l'accesso a
Internet per "incompetenza" ad utilizzarlo. Molto peggio, ovviamente, le famiglie con anziani. Meglio poi il Nord del Sud: nelle regioni settentrionali un accesso a
Internet è garantito al 56% dei focolari e il 49% di essi ha una
connessione a banda larga; al Sud siamo rispettivamente al
48,6% e al 37,5%. Più "tecnologiche, poi, le famiglie benestanti: + 24% rispetto a quelle più povere. Un altro dato interessante è che il "gender divide" scende sempre più. Se nel 2005 le
donne che usavano internet si attestavano al 26,9%, nel 2011 sono
cresciute quasi del doppio: oggi sono il 46,7%. Gli uomini sono passati nello stesso lasso di tempo dal 37,1% al 56,6%. Un'altra nota interessante è che la parità dei generi in internet si mantiene fino al 34° anno di vita, con addirittura una maggioranza di ragazze in rete tra gli 11 e i 19 anni.
A proposito di giovani, altra notizia interessante (ma ormai scontata) è che si abbassa sempre più l'iniziazione all'uso delle tecnologie: nel 2011 il 52,2% dei bambini sopra i 3 anni ha utilizzato regolarmente il
personal computer (+ 1,2% rispetto al 2010), mentre il 51,5% dei bambini maggiori di 6 anni naviga
regolarmente su internet (+ 2,6%),
un trend costante dal 2008. Perché, poi, si va in internet? Rispetto al 2010 le persone che si informano in Rete (news o giornali online) hanno conosciuto un incremento del 7%, chi si informa su merci e servizi del 5,4% e chi cerca informazioni sanitarie del 5%.
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Stefano Stimamiglio