Coppie miste e figli contesi

Divorzio: aumentano i casi di bambini contesi tra genitori di diversa nazionalità. I casi più diffusi tra cittadini dell'Unione Europea

11/02/2011

Mettere su famiglia con un partner straniero oggi è sempre più facile. Aumento dell’immigrazione, apertura delle frontiere, possibilità di viaggiare, di spostarsi e di conoscere persone di diverse nazionalità. Spesso queste unioni sono un’occasione per porre le basi di una società multietnica e multiculturale. Tutto funziona a meraviglia quando ci si vuol bene e quando, anche in caso di divorzio e separazioni, entrambi i genitori rispettano il ruolo del proprio partner e hanno a cuore il bene dei figli. Ma la cronaca spesso ci racconta casi in cui tutto ciò non avviene e che si trasformano in veri e propri drammi per il genitore privato dei figli che nell’86% è il padre.  

Il tema è in questi giorni al centro di due diversi importanti incontri. Il primo, La tutela dei minori in Europa, organizzato dalla Camera Minorile di Milano insieme alla Provincia si è tenuto nel capoluogo lombardo lo scorso 7 febbraio e ha dato molto spazio ai casi di genitori di nazioni diverse che si contendono i figli. Il fatto che le iscrizioni abbiano registrato il tutto esaurito e che vi sia stata una grossa partecipazione di avvocati è segno dell’esigenza di una formazione in questo campo.  

Tre giorni dopo, il 10 febbraio, a Roma presso Villa Madama, i ministri Franco Frattini, Roberto Maroni, Angelino Alfano e Mara Carfagna, hanno presentato una Guida per i genitori che sarà distribuita in settemila copie e hanno illustrato il lavoro della task force interministeriale impegnata sul fronte della sottrazione dei minori. I dati parlano di una realtà in crescita: i casi di genitori italiani cui è stato sottratto il figlio nel 2010 sono stati ben 248 contro gli 89 del 1998

Il Ministro degli esteri Frattini, ha ricordato che il fenomeno dei figli contesi non interessa solo i Paesi lontani per cultura e religione, ma soprattutto quelli a noi più vicini: «nel 2010 il 56% dei casi ha coinvolto genitori appartenenti ai Paesi dell'Unione». Il più recente, che sicuramente verrà portato alla Corte di Giustizia dell’UE, è stato denunciato da un padre italiano cui è stata sottratta la figlia dalla ex moglie rientrata in Danimarca.  

«La tutela dell'interesse del minore - ha osservato il Ministro delle Pari Opportunità Carfagna - è l'obiettivo imprescindibile della nostra azione». «Il fine primario» ha aggiunto, «deve essere favorire l'accordo tra i genitori, la soluzione giudiziaria dovrebbe essere l'ultima spiaggia».  

Da parte sua il Ministro degli Interni Maroni ha sottolineato che un aiuto a risolvere i casi di sottrazione di minore può arrivare anche dalle forze dell'ordine: «È importante rivolgersi tempestivamente alla polizia quando si ha la notizia della scomparsa di un minore, così si può attivare il sistema Ced interforze con la possibilità di fare controlli nei Paesi dell'area Schengen ed attivare il circuito Interpol».  

Scopo della Guida è quello di sensibilizzare ed informare la più larga parte possibile dell'opinione pubblica affinché tutti sappiano che la sottrazione di un minore è un reato ad hoc introdotto dal Consiglio dei ministri. Vi saranno indicati inoltre gli strumenti internazionali giuridici che si possono attivare in questi casi.

Orsola Vetri
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Postato da Diego Alloni il 17/02/2011 20:37

Puntuale e preciso l'articolo di Orsola Vestri, forse troppo "costretto" dagli spazi giornalistici per un tema così grande e doloroso. Quanti amici seguiamo, come associazione di papà separati in Lombardia, con bambini portati da tutte le parti, o sotto la continua minaccia di espatrio clandestino! Questa è una delle dimostrazioni del fallimento dell'integrazione, sia da parte delle immigrate (che si fanno intestare attività e beni dal papà di turno, perchè la sola vendita garantisce una rendita a vita in paesi con PIL decine di volte inferiore al nostro), sia da parte delle istituzioni (che applicano politiche di genere anche nella regolazione dell'immigrazione). Eppure, quando riusciamo a tener fuori i cosiddetti esperti del "divorzificio", noi, papà e mamme separati dai nostri figli, siamo in grado di comunicare a questi due genitori non solo l'importanza di salvaguardare i bambini (questo lo ripetono stancamente i retori), ma soprattutto la fortuna dei bambini di poter crescere in due culture, trascorrendo i giorni scolastici con la mamma e tutte le vacanze scolastiche con il papà. E questi accordi concreti reggono ormai da anni, perchè la genitorialità si fonda sui fatti, non sulle formule.

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