14/03/2011
Don Antonio Sciortino, direttore di "Famiglia Cristiana"
«Il disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento in discussione alla Camera dei deputati è una proposta ragionevole, condivisibile, realmente liberale e oggi non più rinviabile, a fronte
degli avvenimenti degli ultimi anni su fine vita e libertà di cura». Questo, in sintesi, l'appello firmato da giornalisti come don Antonio Sciortino (direttore di Famiglia Cristiana), Marco Tarquinio (direttore di Avvenire), Dino Boffo e Stefano De Martis (rispettivamente direttore
dei programmi di TV 2000 e direttore dei servizi
giornalistici della stessa testata), Paolo Bustaffa (direttore del SIR), Francesco Zanotti (direttore della Federazione dei
settimanali diocesani), Antonio Socci (direttore della Scuola superiore di giornalismo radiotelevisivo di
Perugia) ma anche da intellettuali come Lorenzo
Ornaghi (rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore), Giuseppe Dalla Torre, (rettore della LUMSA), Francesco D’Agostino e Assuntina Morresi (entrambi membri del Comitato Nazionale per la Bioetica) per finire con don Vinicio Albanesi (fondatore
della Comunità di Capodarco).
«È
necessario», prosegue l'editoriale, «che il Parlamento ponga per legge limiti e vincoli
precisi a quella giurisprudenza 'creativa' che sta introducendo
surrettiziamente nel nostro Paese arbitrarie derive eutanasiche.
Rilevanti e gravi decisioni giudiziarie hanno infatti reso possibile
interrompere la somministrazione di cibo e acqua, anche per vie
artificiali, a persone non più in grado di esprimere il proprio
consenso, e hanno ridotto il consenso informato alla ricostruzione ex
post delle volontà di una persona, dedotte persino dai suoi 'stili di
vita', ignorando la necessità di una volontà attuale basata su
un’informazione medica adeguata».
«Noi riteniamo», conclude il testo, «che se non fosse approvato in tempi
rapidi, tenendo saldi questi suoi princìpi cardine, diventerebbe
sempre più difficile frenare una giurisprudenza orientata a riconoscere
il 'diritto' a una morte medicalmente assistita, in altre parole
all’eutanasia trasformata in atto medico».
Stefano Stimamiglio