11/10/2010
Foto Ansa
«Permettere di scegliere il progetto educativo più corrispondente alle
proprie attese ed ai
propri valori fra scuole statali e paritarie significa garantire un
diritto fondamentale
della persona e della famiglia e superare l'esclusione e la
discriminazione nei confronti
di chi ha redditi più bassi». Così si legge in un comunicato stampa dell' Associazione Genitori delle scuole cattoliche che, riunita a Verona nei giorni scorsi per il Consiglio nazionale, fa appello al premier Berlusconi e alle sue promesse riguardo "alla libertà di educazione" fatte nel recente discorso al Parlamento per ottenere la fiducia.
Due i punti su cui, in un comunicato stampa, si richiede urgentemente l'intervento del governo:
- tradurre «il riconoscimento del valore civile e
sociale del diritto di scelta della famiglia in fatti
precisi per porre termine all'inadempienza dello Stato in questo
campo»;
- «il completamento della
legge 62/2000 sulla parità per definire in modo chiaro gli strumenti
economici che offrano una garanzia di continuità dei finanziamenti –
senza il capestro annuale delle finanziarie –, inserendoli, pur con
un percorso graduale, nelle norme generali che governano il sistema
di istruzione integrato nazionale».
La prossima finanziaria prevede infatti tagli consistenti per le scuole, che causerebbe oltretutto, si legge nel comunicato, la chiusura di molte scuole trasformandosi in breve in un costo di circa 6 miliardi per la scuola
statale, con l'aggiunta della perdita di migliaia di posti di lavoro in quella privata. L'intervento a favore delle scuole paritarie dovrebbe, secondo l'Associazione, favorire una più ampia libertà di scelta per le famiglie sostenendo «anche un patrimonio culturale e pedagogico che arricchisce il sistema di istruzione del Paese offrendo un apporto significativo al bene comune».
Stefano Stimamiglio