07/07/2011
E' appena stata approvata In Germania a larga maggioranza dal Bundestag (326 voti a favore, 260 contro, con una maggioranza dei voti trasversale ai partiti) una norma che consente la diagnosi pre-impianto su
embrioni ottenuti con le tecniche di inseminazione artificiale da coppie ad alto rischio di aborto o affette da comprovate e gravi
malattie genetiche trasmissibili. Secondo la nuova disposizione, gli embrioni
prodotti potranno dunque, con il controllo di una specifica commissione etica costituita ad hoc, essere preventivamente analizzati in tutti i casi ove, secondo i medici, si presentino rischi gravi per il nascituro. Solo quelli che risulteranno sani potranno poi essere impiantati
nell'utero delle future madri; gli altri, quelli "malati", verranno eliminati.
La legge riempie un vuoto legislativo aperto in seguito a una sentenza della Corte costituzionale tedesca, il Bundesverfassungsgericht,
che aveva stabilito in una sentenza che, in assenza di divieti espliciti, i medici tedeschi erano autorizzati a
condurre
indagini pre-impianto.
Il dibattito ha scosso le coscienze della Germania perché la legge ripropone, seppure con modalità diverse, quella pratica eugenetica attivata nella Germania nazista che vide la sterilizzazione prima e l'eliminazione poi di migliaia di persone portatrici di handicap in nome della purezza della razza. L'unica differenza, ammesso e non concesso che sia tale, è che qui si tratta di embrioni allo stadio iniziale, lì di persone già nate. In campo si sono misurate tre proposte di legge: una che vietava la diagnosi pre-impianto, una seconda molto restrittiva e una terza, che poi è passata, che
ha raccolto la maggioranza dei consensi, che la permette nei limiti indicati sopra.
I partiti avevano lasciato
libertà di coscienza e di voto. Tra i sostenitori della proposta l'ex ministro della Famiglia, ora responsabile delle Politiche sociali, Ursula
von der Leyen, medico e madre di sette figli, che ha affermato: «In un paese in cui è concesso
l'aborto sarebbe un controsenso vietare la
possibilità di evitare un aborto». Tra
i contrari il Consiglio delle chiese evangeliche tedesche, secondo cui la
legge «si spinge troppo in là».
Stefano Stimamiglio