26/09/2012
Foto Corbis
Cattivi stili di vita? La domanda è lecita se, secondo l’ultima indagine Istat, ben il 40,1% degli italiani è sovrappeso, con un aumento del 4% negli ultimi 8 anni. Nel Rapporto Annuale 2012, nell’analisi dei vent’anni di progressi sul fronte condizioni di salute e stili di vita, emerge, infatti, che dal 1993 al 2011 è aumentata la percentuale di persone obese o in sovrappeso, passando dal 36,1% nel 2003 al 40,1% nel 2011 tra le persone con più di 14 anni. In particolare, l’obesità è più alta tra i giovani con una età compresa tra i 14 e i 34 anni mentre tra i 45-54enni si registra un lieve calo (-1,6). Il maggior numero di grassi si trova, tuttavia, tra i più maturi, con il 62,2% della popolazione tra 65 e 74 anni.
Il dato positivo è, che per lo stesso periodo, diminuisce, invece, di 1,3 punti percentuali la quota di fumatori che si porta a un totale del 19,4%, anche crescono i giovanissimi fumatori (14-17 anni), che sono passati dall'8% all'8,8%. Un giovane su quattro appartenente alla fascia tra 18-24 anni fuma (25,4%), mentre la percentuale inizia a scendere tra i 55-64 anni (23,3%), diminuendo ulteriormente tra i 65-74enni (13,9%). La percentuale più bassa si trova tra gli over-75, con solo il 5,6% di fumatori. Se si considera che negli ultimi venti anni la vita media è aumentata di 5,4 anni per gli uomini e di 3,9 anni per le donne - nel 2011 la speranza di vita alla nascita è di 84,5 anni per le donne e di 79,4 per gli uomini - si può ancora fare molto per godere di una buona qualità della vita. La vita media si è allungata grazie ad una riduzione della mortalità a tutte le età, ma sono le età adulte e anziane che concorrono maggiormente all’aumento della sopravvivenza, in grande misura legato alla riduzione della mortalità per malattie del sistema circolatorio e per tumori maligni.
Ad oggi, oltre il 70% di tutti i decessi in Italia sono legati ancora a queste due cause ma il progresso è stato notevole: nel 2010, a 65 anni un uomo può ancora contare su 5,3 anni di vita in buona salute - 1,5 anni in più rispetto al 1994 - mentre una donna su 4,8 anni in più - nel 1994 erano 3,5. Infine, dal confronto Istat, emerge che il consumo di alcool diminuisce, passando, tra il 2003 e il 2011, dall’82,1% all’81,4% nella popolazione maschile e dal 56% al 53,5% in quella femminile. Ma sono cambiate le modalità di consumo: da quello “tradizionale mediterraneo” ad uno più generalmente associato ai paesi del Nord Europa, caratterizzato da un consumo meno moderato e più frequentemente fuori pasto. Si è diffuso maggiormente anche il cosiddetto “binge drinking”, cioè il consumo di numerose unità alcoliche in un breve arco di tempo.
Alessandra Turchetti