I veri rischi del cellulare

Le onde radio dei telefonini sono rischiose per il cervello umano? Una ricerca danese lo smentisce. Per i giovani il vero pericolo è la dipendenza.

29/10/2011

Non è l’uso meccanico del telefonino a creare problemi: uno studio su larghissima scala condotto dalla Cancer Society e dall’Istituto di Epidemiologia dei Tumori di Copenhagen ha dimostrato che in ben 358.403 utenti seguiti per circa 18 anni non è emerso alcun rischio di aumento di tumori cerebrali o del sistema nervoso più in generale. Si tratta di un’indagine epidemiologica dalle proporzioni enormi: per tantissimi anni, dal 1990 al 2007, è stato monitorato un gruppo di possessori di telefonini continuativamente e, dei 10.729 casi di tumore al cervello registrati, è risultata irrilevante la connessione con l’uso del cellulare. I dati sono stati ricavati dai gestori di telefonia mobile eliminando il contatto diretto con gli interessati e, quindi, la soggettività di certi parametri  quali il tempo e la modalità di utilizzo, e non riguardano la popolazione infantile. Pur con queste limitazioni, lo studio è da considerarsi fra i più attendibili.

Ricordiamo che la posizione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) è stata molto forte su questo punto:  ha dichiarato le onde radio di frequenza compatibile con quella delle onde emesse dai telefoni cellulari potenzialmente cancerogene anche se nessuno studio è riuscito finora a provarlo con certezza. Se dunque non siamo ancora in possesso di un verdetto definitivo dal punto di vista scientifico sulla pericolosità dei telefonini, rimane forse da considerare un altro aspetto.

Molte ricerche condotte in tutto il mondo confermano che l’abuso del cellulare, fino ad arrivare alla vera e propria dipendenza, è un problema reale che esiste soprattutto fra i giovani. Con questo strumento, si può infatti regolare la distanza nella comunicazione e nelle relazioni: sono in particolare gli adolescenti ad usarlo per affrontare le insicurezze dei rapporti con gli altri, mentre gli esperti parlano di utilizzo da parte dei genitori come una sorta di “guinzaglio telematico” per essere presenti nella vita dei loro figli. Una recente indagine dal titolo "La comunicazione mobile dei giovani: dagli sms ai social network", promossa da Corecom Toscana in collaborazione con l'Università di Firenze, evidenzia l’abbassamento dell'età media per l’acquisto del primo cellulare e l’aumento del costo mensile per mantenerlo. Su un campione di 618 ragazzi dagli 11 ai 18 anni di tutta la provincia di Firenze, è emerso che il 97% di loro possiede un cellulare, ricevuto intorno ai dieci anni per il 67%. La modalità di utilizzo più presente è l’invio degli sms, l’ascolto di musica, la realizzazione di foto e video, mentre le chiamate sono più in arrivo che in uscita per ovvi motivi economici.

Nonostante ciò, è aumentato il budget mensile dedicato alla ricarica: da 10 euro si è passati a 20 euro per il 36% dei ragazzi intervistati. E non dimentichiamo che più di una ricerca dimostrerebbe che insonnia, ansia e depressione sarebbero conseguenze dirette di un uso smodato di cellulari e pc prima di andare a letto per la fascia di età 8-22 anni. Pericolosa abitudine, insomma, per la salute il mandare messaggini o email, giocare ai videogiochi, navigare su internet o altro prima di abbandonarsi al sonno: troppo eccitati dall’uso della tecnologia, non coltivano calma e rilassamento necessari per dormire.

Gli esperti suggeriscono di spengere tutti i dispositivi almeno un paio di ore prima dell’ora del sonno. Se dunque, per il momento, siamo salvi dalle conseguenze biologiche di troppe onde sulle nostre cellule cerebrali, non lo siamo dal punto di vista comportamentale e psicologico: attenzione, dunque, all’uso non appropriato di questo oggetto che negli ultimi venti anni ha profondamente cambiato le abitudini di vita di grandi e piccini.  

Alessandra Turchetti
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