Il matrimonio, un bene di lusso?

Negli Stati Uniti sono in forte crescita le nascite fuori dal matrimonio, fenomeno sintetizzato in un articolo del New York Times.

23/02/2012

Negli ultimi 5 decenni è lentamente ma costantemente cresciuto il numero di bambini che negli Stati Uniti nasce fuori dal matrimonio. La grande maggioranza di questi bambini  ha genitori che convivono, ma – come fa osservare l’autore dell’articolo sul New York Times da cui riprendiamo i dati – mentre in alcuni Paesi le coppie conviventi sono stabili da sembrare un matrimonio, negli Stati Uniti le coppie di conviventi rischiano il doppio da quelle sposate  di separarsi.

Se si prendono in considerazione le madri di tutte le età, si osserva che il 59% – ancora la maggioranza dunque – è sposata al momento della nascita di un figlio. Ma se prendiamo in considerazione solo le madri con meno di trent’anni (da cui negli Stati Uniti provengono i due terzi delle nascite annue) più della metà dei bambini che nascono hanno genitori non sposati.
Se una volta il fenomeno riguardava soprattutto donne povere, minoranze svantaggiate, ora invece questo stato di cose si è radicato profondamente nella classe media. La maggior crescita di bambini che una volta venivano chiamati con il brutto termine di “figli illegittimi”, ha riguardato negli ultimi due decenni ragazze ventenni, bianche, con qualche anno di studi superiori, anche se generalmente non l' hanno terminati.

Rimangono comunque grandi differenze fra i vari gruppi etnici: il 73% dei bambini neri nasce fuori dal matrimonio, il 53 % nella popolazione è di origine latina e “solo” il 29 % dei bambini sono "bianchi". Una categoria che resiste a questa tendenza sono donne laureate, che per la maggior parte si sposano prima di aver figli. Questo potrebbe significare che la struttura familiare si modifica secondo una nuova divisone di classe, tanto che un sociologo dell’università della Pennsilvania sostiene che il “matrimonio è diventato un bene di lusso”.

I fattori che stanno alla fonte di questi cambiamenti sono molteplici: meno uomini sono “appetibili” per un matrimonio per via della rilevante diminuzione del reddito dei lavoratori maschi, più donne che lavorano rendendo il matrimonio meno necessario, la convivenza è diventata una routine e essere madre sola non ha più lo stigma di una volta. Il matrimonio quindi non è più il luogo dove esercitare ruoli sociali, di marito, moglie, padre, madre, ma si ci aspetta dal legame la realizzazione emotiva, una soddisfazione individuale più che il mero sostegno pratico.

Nello stesso tempo, il denaro però spiega perché coppie maggiormente scolarizzate continuano a sposarsi: possono offrire l’un l’altro più sostegno economico, pagare persone terze per servizi che in genere creano conflitto in una coppia, mentre alcuni ricercatori ipotizzano che gli uomini più scolarizzati tendono ad essere più disposti a riconoscere pari dignità alla donna e più disponibili ad essere  veri “partner”.

Nel frattempo però i bambini nascono, e varie ricerche sul campo mostrano come i bambini nati fuori dal matrimonio hanno una più alta probabilità di vivere in povertà, di andare incontro a problemi scolastici, emotivi o comportamentali.

 

 

Harma Keen
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