23/05/2011
Un gruppo di aderenti al Movimento per la Vita ieri in piazza San Pietro.
«Il "sì alla vita" sia motivo di unità in Italia e in ogni Paese del mondo». È questo l'appello che ieri, domenica 22 maggio, Benedetto XVI ha lanciato ai numerosi pellegrini giunti in piazza San Pietro per partecipare all'Angelus. Dopo la recita del Regina Coeli il Papa ha salutato un folto gruppo del Movimento per la Vita radunato nel giorno per ricordare, a 33 anni dalla legge 194 e a 30 anni dal referendum sull'interruzione volontaria di gravidanza, il grande dramma del'aborto.
«Non vogliamo piangere sulle sconfitte di un tempo», hanno spiegato i responsabili del movimento, «ma vogliamo rivolgere lo sguardo al futuro per ribadire ancora una volta il nostro 'sì alla vità». Rivolgendosi proprio ai tanti membri del Mpv, il Papa ha detto: «Mi congratulo con voi in particolare per l'impegno con cui aiutate le donne che affrontano gravidanze difficili, i fidanzati e i coniugi che desiderano una procreazione responsabile; così voi operate concretamente per la cultura della vita... Chiedo al Signore che, grazie anche al vostro contributo, il "sì alla vità" sia motivo di unità in Italia e in ogni Paese del mondo». Il giorno prima Benedetto XVI, incontrando docenti e studenti dell' Università Cattolica del Sacro Cuore, aveva anche ricordato che «servire l'uomo è fare la verità nella carità, è amare la vita, rispettarla sempre, a cominciare dalle situazioni in cui essa è più fragile e indifesa».
Benedetto XVI, rivolgedosi poi ai fedeli di lingua inglese e riferendosi alla Convocazione Internazionale Ecumenica per la
Pace promossa in questi giorni a Kingston, in Giamaica, dal Consiglio
Mondiale
delle Chiese, ha
fatto appello all'eliminazione della violenza nelle famiglie, nella società e
nella comunità internazionale: «La Convocazione è il culmine di un programma decennale rivolto a
combattere tutte le forme di violenza, uniamoci in preghiera per questo nobile intento e impegniamoci per eliminare la
violenza nelle famiglie, nella società e nella comunità internazionale», ha concluso il Pontefice.
Stefano Stimamiglio