Il valore delle scuole private per la società

Il cardinale Angelo Bagnasco ha incontrato i vertici dell'AgeSc ricordando il valore di una libera scelta educativa da parte dei genitori.

05/09/2012
Ilò cardinale Angelo Bagnasco con Roberto Gontero, presidente dell'AGeSc.
Ilò cardinale Angelo Bagnasco con Roberto Gontero, presidente dell'AGeSc.

«Il nostro Paese è l’unico in Europa, compresa quella postcomunista, a mancare di una vera libertà di educazione a causa di pregiudizi ideologici». Così ha parlato ieri il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nell’incontro avuto a Genova con il Comitato Esecutivo dell’Associazione Genitore Scuole Cattoliche (AgeSC) nazionale. L’occasione è stata utile per il Presidente dell’AGeSC, Roberto Gontero, per presentare al cardinale Bagnasco l’Associazione, le sue attività e le difficoltà dell’attuale momento in merito alla vera libertà di scelta della scuola da parte dei genitori. Gontero ha poi illustrato al presidente della Cei l’azione dell’AgeSC nell’attuale congiuntura, situazione che presenta grosse difficoltà per quelle famiglie che liberamente scelgono per l’educazione dei propri figli le scuole cattoliche e le scuole paritarie. Queste, in riferimento alle parole di Bagnasco, non hanno ancora ottenuto la realizzazione effettiva di quella parità scolastica prevista dalla Costituzione e dalla legge 62/2000. Le difficoltà economiche costringono alcune scuole a chiudere i battenti: «La chiusura di ogni scuola cattolica e la conseguente perdita della sua esperienza pedagogica ispirata al Vangelo ha conseguenze dirette sulla coesione della società, che viene così indebolita perché privata di interventi educativi ed ideali», ha ricordato ancora il presidente della Cei. Senza dimenticare che per ogni scuola privata o paritaria che resta aperta il risparmio per lo Stato è notevole.

Stefano Stimamiglio
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Postato da Paola Plomteux Bardelli il 13/09/2012 19:12

In Belgio, dove abito da 50 anni, il "sogno" della scuola cattolica uguale a quella statale (in proporzione di circa il 50% l' una), è realtà da almeno 4 o 5 generazioni. Ma continuano a formarsi anche scuole totalmente private, di élite. E intanto il Belgio, scristianizzato, è ridiventato terra di missione.

Postato da paola trastulli il 11/09/2012 21:55

Effettivamente è così. L'aspetto più rilevante è che le famiglie non possono detrarsi dalle imposte la retta pagata per le scuole cattoliche. Così pagano anche per l'istruzione pubblica non usufruendone e non potendo nemmeno scalare dalle imposte quanto corrisposto alle scuole private Cattoliche. Personalmente credo poi che la scuola "pubblica" sia totalmente squilibrata. O vi sono le cosiddette scuole di eccellenza, o vi sono gli avanzi di periferia. Le scuole di eccellenza sono al centro delle città e sono privilegio dei figli delle famiglie agiate, mentre le scuole di periferia sono per i figli destinati a servire le classi agiate. Nelle scuole di eccellenza, però, non vi sono le scuole professionali perchè i rampolli destinati a guidare la società scansano questo tipo di scuole e chiaramente i l'alta dirigenza scolastica non ha alcun interesse a investire dove non riscuote sostegno politico ed economico. E' lì che deve andare la Scuola Cattolica, nelle scuole professionali. Può anche finanziarsi con stage approvati dalle varie Regioni di competenza, ove lavoreranno gli studenti degli ultimi anni. Secondo me così si può realmente contribuire ad innalzare il livello di apprendimento dei giovani che non interessano a nessuno, senza pensare che fortunatamente il "genio" si nasconde. Chi ha mai sentito parlare del figlio di qualche grande della Storia, nessuno, se non in casi rarissimi. Quindi il genio andiamolo a cercare in periferia e lasciamo le scuole di eccellenza ai maestri della legge, agli scribi ed ai farisei.

Postato da martinporres il 05/09/2012 19:29

Condivido pienamente le parole del Cardinal Bagnasco e come famiglia ci siamo sempre comportati di conseguenza. Non capisco i componenti delle comunita cristiane che pur avendo un asilo parrocchiale non vi iscrivono i figli.

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