21/12/2012
La popolazione italiana cresce grazie agli stranieri: il 19% dei 547 mila nati nel 2011 ha almeno un genitore straniero, mentre il 26,6% del totale è nato fuori dal matrimonio. Continuano trend già noti da tempo, come l’invecchiamento e l’aumento dell’aspettativa di vita, che è pari a 79,4 anni per gli uomini e a 84,5 per le donne, con un guadagno rispettivamente di nove e sette anni in confronto a trent’anni fa.
Questo dato, insieme ai bassi livelli di fecondità, rende l’Italia uno dei paesi più vecchi al mondo: nel 2011 si registrano 144,5 anziani ogni 100 giovani e, secondo le previsioni, nel 2050 ci saranno 263 anziani ogni 100 giovani.
È la fotografia scattata dalla sezione “Famiglia” del Terzo Rapporto sulla Coesione sociale dell’Istat, presentato mercoledì.
Un buon risultato nelle politiche a sostegno della maternità arriva dalla spesa pubblica per gli asili nido: fra il 2004 e il 2010, è cresciuta del 44,3%, con un aumento del 38% dei bambini iscritti ai nidi comunali o sovvenzionati dai Comuni. I dati di molti Paesi europei rimangono ben lontani, ma, l’anno scorso, ha avuto quest’opportunità l’11,8% dei bambini italiani. Con forti differenze nella Penisola: la percentuale di Comuni che garantiscono il servizio varia dal 20,8% al Sud al 78,2% al Nord-est.
Secondo l’Istat, lo scorso anno, 380mila neo-mamme hanno usufruito della maternità obbligatoria: il 91% ha un contratto a tempo indeterminato (e vive al Nord nel 57% dei casi), il 9% a tempo determinato (di cui il 50% concentrato al Sud e nelle Isole),
quasi a voler sottolineare che soprattutto nel Settentrione la
precarietà lavorativa non facilità la scelta di diventare madri. Solo
l’11% dei neo-papà, invece, ha richiesto il congedo parentale dopo la nascita del figlio, mentre sono 2 milioni e 900mila i genitori che hanno usufruito degli assegni familiari.
Ma dal rapporto Istat emerge anche un sempre più preoccupante impoverimento delle famiglie italiane. Nel
2011, l’11,1% vive in condizione di povertà relativa: sono 2 milioni
782 mila nuclei familiari, pari a 8 milioni 173 mila poveri. La
condizione di povertà è peggiorata per le famiglie numerose, con figli,
soprattutto se minori, residenti nel Mezzogiorno, con un solo genitore o
per le famiglie dove convivono più generazioni. Nell’Italia del 2011,
il 27,8% dei bambini con almeno due fratelli vive in una situazione di
povertà relativa (10,1% in povertà assoluta),valore che sale al 32%
(18,2% in povertà assoluta) se un nonno vive con loro. Una forte
vulnerabilità economica è anche quella degli anziani nel Mezzogiorno,
dove risulta “relativamente povero” il 24,9%.
Ma
i segnali di peggioramento arrivano anche dalla vita quotidiana:
aumentano le famiglie che non possono permettersi di riscaldare
adeguatamente l’abitazione (che passano dal 10,6% del 2009 all’11,5%) e
per quelle che arrivano con molta difficoltà alla fine del mese (dal
15,3 al 16%).
Per l’Istat, risultano invece sostanzialmente stabili le
famiglie che non si possono permettere una settimana di ferie lontano da
casa almeno una volta all’anno e che non possono far fronte a una spesa
imprevista con mezzi propri. Differenze si registrano invece in base
alla nazionalità: in media, una famiglia straniera regolarmente
residente deve far quadrare i conti con 1.206 euro al mese, che salgono
a 2.053 se la famiglia è italiana.
Stefano Pasta