Natalità: per fortuna ci sono gli stranieri

Gli stranieri salvano la natalità italiana e un bambino su quattro nasce fuori dal matrimonio: ecco alcuni dati del rapporto Istat “Natalità e fecondità della popolazione residente”

14/11/2012

15mila in meno rispetto all’anno precedente. Sono i bambini nati in Italia nel 2011 (546.607 in totale). Il rapporto “Natalità e fecondità della popolazione residente”, diffuso oggi dall’Istat, conferma la tendenza alla diminuzione delle nascite avviatasi dal 2009. Da quella data, la denatalità ha unito tutto il Paese, senza distinzioni, complici la crisi economica e l’uscita dall’esperienza riproduttiva delle baby-boomers, le generazioni di donne nate a metà degli anni ’60, molto più numerose delle generazioni più giovani che via via raggiungono le età feconde.

Al contrario degli ultimi tre anni, dal 1995 al 2008, le nascite italiane avevano un saldo positivo, anche se non uniforme nella Penisola: aumentavano al Centro e al Nord (+50% in Emilia Romagna nel 2008) e diminuivano al Sud. L’Istat svela poi una verità mai abbastanza ricordata: la natalità italiana è “salvata” dagli stranieri, che riescono a contenere il saldo negativo a “soli” 15mila bambini in meno. In una dozzina d’anni, i nati stranieri sul totale delle nuove nascite sono più che triplicati passando dal 4,0% del 1999 al 14,5% (79.000) del 2011.

Considerando anche i figli delle coppie miste, si sale poi al 19,4%. Anche il numero medio di figli per donna conferma la tendenza: 1,30 per le cittadine italiane e 2,04 le straniere (1,39 la media nazionale). Non a caso, le regioni dove il calo delle nascite è minore sono proprio quelle con più immigrati, al Settentrione e al Centro. Lo scorso anno, un bambino su quattro nato al Nord aveva almeno un genitore straniero. Le madri straniere che guidano la classifica sono le rumene (18.484 nati nel 2011), seguite dalle marocchine (13.340), dalle albanesi e dalle cinesi (5.282). Un paradosso italiano: “salvati” proprio dalle nazionalità verso le quali, negli ultimi vent’anni, abbiamo rovesciato le peggiori accuse. Si diventa madri sempre più tardi, in media a 31,4 anni, a fronte dei 29,8 del 1995; il rapporto conferma infatti la posticipazione della maternità, un fenomeno iniziato negli anni ’70: quasi il 7% dei nati nel 2011 ha una madre di almeno 40 anni, mentre prosegue la diminuzione dei nati da madri di età inferiore a 25 anni (il 10,9% del totale).

Secondo l’Istat, poi, un nato su quattro ha genitori non sposati, quasi uno su tre al Centro-Nord. Sono circa 134mila in tutta Italia, un valore in linea con quello dell’anno precedente, ma, a causa della forte diminuzione dei nati da coppie coniugate, il loro peso relativo è aumentato dal 23,6% del 2010 al 24,5% del 2011. Così, l’incidenza del fenomeno è triplicata rispetto al 1995, quando soltanto l’8,1% delle nascite avveniva al di fuori del matrimonio; la geografia, al contrario, è invariata, con valori decrescenti man mano che si procede da Nord verso Sud. 

Al Centro-Nord, in particolare, i nati da genitori non coniugati sono il 30% e si supera questa quota in molte aree (47% nella Provincia Autonoma di Bolzano, 37% in Emilia-Romagna e Valle d’Aosta, 35% in Liguria, 34% in Toscana e 32% in Piemonte). E i nomi più diffusi? Tra i maschi, Francesco mantiene il suo primato da anni (seguito da Alessandro, Andrea e Lorenzo), mentre tra le femmine Sofia ha superato Giulia già nel 2010 (seguite da Martina e Giorgia).   

Stefano Pasta
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