Italia, calano ancora i matrimoni

L'Istat certifica un calo che prosegue ormai da anni. Negli ultimi due anni 30mila unioni matrimoniali in meno, soprattutto tra coniugi entrambi italiani.

18/05/2011
La facciata dell'Istituto nazionale di statistica
La facciata dell'Istituto nazionale di statistica

Sono stati resi pubblici stamani gli ultimi dati Istat sui matrimoni in Italia. Secondo l'Istituto di statistica nel nostro Paese ci si sposa sempre di meno. Le unioni matrimoniali, si legge nella relazione, «sono state 230.613 nel 2009 e poco più di 217 mila nel 2010 (dati provvisori). Si tratta di 3,6 matrimoni ogni 1.000 abitanti. In soli due anni si registrano quasi 30 mila matrimoni in meno: nel 2008 erano stati 246.613, pari a 4,1 ogni mille abitanti».

In realtà, come si sottolinea da via Balbo, la tendenza alla riduzione delle nozze è ormai in atto dal lontano 1972. Nel biennio 2009-2010 il calo però è stato particolarmente accentuato: la variazione media annua ha raggiunto infatti il -6%, «un valore decisamente al di sopra del -1,2% registrato, in media, negli ultimi 20 anni». La diminuzione nel biennio 2009-10 ha interessato tutte le aree del Paese, con punte nel Lazio (con un -9,4%) e, a seguire, Lombardia (-8%), Toscana (-6,7%), Piemonte e Campania (-6,4%).

Il calo più consistente, quello poi che in sostanza spiega due terzi del calo generale, si registra nella categoria "prime nozze tra sposi italiani" (175.043 nel 2009, 10.706 in meno rispetto al 2008), mentre i matrimoni con almeno un coniuge straniero spiega il resto del calo (quasi 5 mila in meno rispetto al 2008). In quest'ultima categoria rientrano i cosiddetti "matrimoni misti" (in cui un coniuge è italiano e l'altro straniero): le oltre 21mila celebrazioni nel 2009 hanno fatto registrare la riduzione più marcata (3.191 in meno rispetto al 2008).

Infine, un ultimo dato ma significativo: «Nel 2009 l'incidenza dei matrimoni in regime di separazione dei beni è pari al 64,2% e supera la quota di quelli in regime di comunione dei beni in tutte le ripartizioni».

Stefano Stimamiglio
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Postato da Franco Salis il 18/05/2011 14:16

Il dato di riferimento non può essere quello di 1000 abitanti,ma,per essere significativo, quello abitanti in età nubenda. Ora già dal 1970 (se non ricordo male) c’è stato un calo delle nascite,di conseguenza nel 2006 c’è stato un calo di iscrizioni nelle scuole elementari,cinque anni dopo il calo nella prima media e tre anni dopo nella secondaria. Non si tratta di evasione dell’obbligo scolastico,ma solo di diminuzione delle nascite. Poi bisogna stare attenti all’età nubenda.A metà secolo, in una società essenzialmente monoculturale e agricola, a venti anni (l’uomo dopo il servizio militare) si è maturi per il matrimonio,oggi non prima dei 25/28 salvo impedimento del protrarsi degli studi e difficoltà di lavoro. La maturità, senza il lavoro, non si raggiunge neppure a 50 anni e poco conta il livello di istruzione. Sarebbe interessante sapere quanti hanno optato per l’unione di fatto(ma non credo che si possa sapere) e di queste unioni poi sono pervenute al matrimonio. Avremmo avuto un quadro più completo. Consoliamoci pensando che l’età media della vita è più lunga.

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