17/03/2013
Il cardinale Walter Kasper (Reuters).
«Il messaggio della misericordia di Dio – tutt’altro che una teoria lontana dal mondo e dalla prassi – non si limita a evocare sentimenti di compassione. Comporta delle conseguenze per la vita di ogni cristiano, per la prassi pastorale della chiesa e per il contributo che i cristiani devono dare a una strutturazione umanamente degna, giusta e misericordiosa dell’ordine sociale» scrive così il cardinale Walter Kasper nel libro intitolato Misericordia che il Papa Francesco ha citato nel corso dell’Angelus.
“La misericordia è il concetto fondamentale del vangelo”, ma come segnala il sottotitolo del libro edito da Queriniana, è anche “la chiave della vita cristiana”. “La richiesta dell’amore del prossimo, avanzata da Gesù, non è solo centrale, ma anche radicale, così radicale da togliere il fiato”, scrive il cardinale Kasper, classe 1933, membro della Congregazione per la dottrina della fede e Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, mettendo in guardia anche dalla pseudo misericordia del laissez-faire , il lasciar fare tanto diffuso nella nostra società. “esso comincia con i genitori che, per un errato senso di misericordia verso i figli, cedono loro in tutto.
Questo atteggiamento errato si manifesta quando essi chiudono gli occhi su comportamenti sbagliati e peccaminosi, invece di esortarli a convertirsi”. Quella da percorrere è la strada della misericordia vera che secondo Kasper “occupa un posto tanto centrale nella Bibbia, ma è ampiamente caduta in oblio nella teologia sistematica o “viene trattata in modo molto matrignesco”.
Ma “la spiritualità e la mistica cristiana sono nella misericordia, così come in altre questioni, molto più avanti della teologia di scuola” . A stare al ripetuto invito odierno di Papa Francesco al perdono e alla misericordia c’è da scommettere che su questo oblio sia stata messa la parola fine.
“Molte migliaia di persone, specialmente bambini, muoiono quotidianamente per carenza e mancanza di alimenti e che molti milioni di esse mancano di acqua non inquinata e potabile. Si pensi inoltre alla migrazione come segno dei tempi e quindi come sfida dei tempi, nonché al compito di accogliere stranieri, che nella loro patria sono caduti in miseria e ci chiedono di accoglierli; si pensi, in questo contesto, al compito di opporsi alla crescente paura degli stranieri e all' ostilità nei loro confronti. Si pensi inoltre al problema dei senzatetto e dei bambini di strada in molte grandi città del mondo”
Nel libro Misericordia (Queriniana) citato dal Papa Walter Kasper spiega che per “rendere un po' più concreto” il discorso sulla misericordia occorre ricordare le opere di misericordia corporale e spirituale: “Da esse può scaturire una forza capace di ispirare e motivare anche nel campo politico e sociale. Non è difficile porre le opere di misericordia in relazione con compiti e sfide sociali importanti, al fine di poter così riconoscere quel che il messaggio di misericordia della chiesa può significare nella situazione odierna. Tale messaggio è tutt'altro che diventato oggi superfluo”.
Kasper sottolinea le opere di misericordia corporale come la richiesta di visitare i malati che “può essere messa facilmente in relazione con 1'attuale economicizzazione e conseguente anonimizzazione del sistema sanitario e la richiesta di visitare i carcerati in relazione con il compito dell'umanizzazione delle carceri ma “altrettanto attuali sono le opere di misericordia spirituale.
La richiesta di istruire altri diventa attuale di fronte alla mancanza di formazione e specializzazione, che impedisce di salire nella scala sociale. La richiesta di consolare impone di stare vicino a coloro che soffrono e sono colpiti da qualche lutto. La richiesta di consigliare i dubbiosi richiama alla mente il compito della consulenza e dei servizi di consulenza; in una situazione nella quale non ci sono più criteri comuni universalmente validi e molte persone non sanno come muoversi nella complessità della vita moderna, tale compito è doppiamente attuale. La correzione dei peccatori fa prendere coscienza, tra 1'altro, di strutture ingiuste e aiuta a scoprire un'ingiustizia strutturale. Il compito di sopportare le persone moleste ha molto a che fare con la tolleranza nella nostra società pluralistica. Infine l'esortazione a perdonare ci ricorda l'importanza politica del lavoro in favore della pace e della riconciliazione”.
La chiesa, per potere svolgere questo servizio nella società, ha bisogno di mezzi umani, ma per questo non deve disporre di un grande apparato burocratico e non deve essere grande e potente: “Essa non dipende da privilegi mondani e deve rinunciare addirittura spontaneamente ad essi. Deve ed è costretta a vivere e a lavorare in questo mondo, ma non è di questo mondo (Cv 17, II.14) e non deve perciò neppure agire come agisce il mondo e secondo i suoi criteri. Dalla vita di san Giovanni Bosco sappiamo che egli cominciò molte delle sue opere con poco o nulla e che la fiducia nella provvidenza non lo ha alla fine mai deluso. La chiesa può e deve ricorrere più di altre istituzioni all'impegno volontario e non retribuito, ma in compenso altamente motivato. Come chiesa povera per i poveri essa può dispiegare, in un tempo per il resto spiritualmente povero, tanto maggiore autorità morale e una nuova forza missionaria di convinzione e di irradiamento. Il regno di Dio viene nella forma di un minuscolo seme di senape, che diventa un grande albero; esso è come un pizzico di lievito, che fa fermentare tutta la massa della pasta (cf Mt 13,31-33). Anche e proprio come piccola, ma creativa minoranza, la chiesa può esercitare un grande influsso morale, culturale e spirituale”.
Renata Maderna