16/04/2010
Nozze gay a Londra (ANSA)
«Con soddisfazione accogliamo la notizia che la
Corte Costituzionale ha rigettato i ricorsi sui matrimoni gay dichiarando
inammissibili e infondate le questioni sollevate». Così ha commentato Francesco Belletti, Presidente del Forum della Associazioni familiari la sentenza della Corte Costituzionale resa nota il 14 aprile che dichiara inammissibili (quanto agli articoli 2 e 117 della Costituzione) e infondate (quanto invece agli articoli 3 e 29 della Carta) le eccezioni di costituzionalità sollevate dal Tribunale di Venezia e dalla Corte di Appello di Trento in merito al divieto di pubblicazione di matrimonio di tre coppie gay.
Le motivazioni sono state rese note
nella giornata di ieri, 15 aprile. La Corte ha sostanzialmente ritenuto
infondata la richiesta di dichiarare costituzionalmente illegittima la
parte del Codice civile in materia familiare nella parte in cui non
preveda anche la possibilità del matrimonio omosessuale. La Corte ha
ritenuto che il principio dell'art. 29 della Costituzione (famiglia
come "società naturale fondata sul matrimonio") sia insuperabile: una legge ordinaria non può prevedere qualcosa di contrario a questo pilastro della nostra società civile.
Una possibilità rimarrebbero, a detta della Corte, le cosiddette "unioni civili" (qualcosa di analogo, ad esempio, ai Pacs francesi) qualora vengano normati per legge dal Parlamento.
La Corte fa riferimento all'art. 30 della Costituzione, quello che tratta della prole. In sostanza, secondo la Consulta, nell'ordinamento italiano il rilievo costituzionale dato alla famiglia fondata sul matrimonio eterosessuale dell'art. 29 deriva dalla finalità procreativa, trattata nell'articolo seguente, assente nel matrimonio (e ovviamente nelle unioni) gay.
Sono 9 i paesi europei che hanno introdotto i matrimoni gay, 6 quelli in cui esistono varie forme di unioni civili.
Stefano Stimamiglio