La famiglia lancia l'S.O.S

Nel 2012 acquisti giù del 2,9%, cresce l'indebitamento, si affittano porzioni di casa per ricavare qualche soldo. In poche parole la famiglia ha l'acqua alla gola.

10/01/2013

Quasi ogni giorno, sono diffusi dati che raccontano come la crisi economica stia modificando la vita delle famiglie italiane. Oggi, la Confcommercio ha registrato per novembre una diminuzione degli acquisti del 2,9% rispetto all’anno precedente. Sentenziando: «Il 2012 sarà ricordato come l’anno più difficile per i consumi del secondo dopoguerra». E gli acquisti nel mese di Natale dimostreranno, forse ancora in modo più evidente, il trend negativo. Nel frattempo, per far fonte al peggioramento della capacità di acquisto, le famiglie italiane si indebitano sempre di più. Per una cifra che sfiora i 5 mila euro a nucleo, ben mille euro in più rispetto al 2006. Il problema maggiore rimane sempre il mutuo per la casa (il 56% dei prestiti), ma un quinto dei debiti (122 miliardi nel 2011) è per elettrodomestici, automobili e mobili. Ed è forse questa una delle novità frutto della crisi: per questo tipo di acquisti, i debiti delle famiglie italiane sono aumentate del 41% in cinque anni.

Lo dice la Camera di commercio di Milano che ha rielaborato i dati della Banca d’Italia e che ha appena pubblicato una guida sul credito al consumo per evitare truffe. Ma la crisi cambia anche il mercato della casa, spingendo gli italiani a rinunciare persino alla propria privacy casalinga per fare cassa.

L'ultima indagine di Immobiliare.it ha rivelato la forte crescita del numero di famiglie impegnate ad affittare una porzione dell’immobile in cui vivono: +14% in un anno, +26,5% negli ultimi 24 mesi. «L’affitto sta cambiando profondamente – spiega Carlo Giordano di Immobiliare.it – e se prima veniva messo in locazione l’intero appartamento, da dividere magari tra più studenti o lavoratori, oggi il 26% delle offerte di affitto è rappresentato da singole stanze all’interno dell’abitazione del proprietario». Un ritorno al passato, alla “pigione” dell’Italia del boom economico, per assicurarsi un reddito mensile che, a seconda delle città, può variare dai 170 fino ad oltre 500 euro; per il 50% dei casi, si tratta di contratti non registrati, in nero. Nel 2012, per la prima volta negli ultimi decenni, i lavoratori superano gli studenti nella richiesta di affitto condiviso (58% vs 42%).

Il fenomeno riguarda anche il settore degli uffici, con un’offerta che è più che raddoppiata nell’ultimo anno. Professionisti o piccole società che, soprattutto per riduzione del personale (56% dei casi), offrono spazi all’interno dei loro immobili operativi, quasi sempre arredati, ad altre società o freelance. Si punta, così, a condivisione di spazi (sale riunioni o aree break), di tecnologie (wireless, stampanti o server) o di personale (receptionist, pulizie), puntando alla riduzione per tutti dei costi operativi.        

Stefano Pasta
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