17/01/2012
Foto Giulio Sarchiola/Ag. Contrasto
Nell’era caratterizzata dal boom delle tecnologie, come non credere che anche il mondo della medicina sarebbe stato invaso, prima o poi, da nuove applicazioni e nuovi programmi per ottimizzare il lavoro di medici, ad esempio, nella gestione dei dati, o nel rapporto con i pazienti da vari punti di vista. Infatti, è proprio così secondo il rapporto di Daniel Kraft della Singularity University, medico, imprenditore e ricercatore di questo istituto che si trova in America nella Silicon Valley.
«In futuro potremmo non prescrivere farmaci ma applicazioni», ha addirittura affermato per spiegare le tendenze emergenti nel settore della tecnologia applicata alla salute. Qualche esempio? Computer intelligenti che analizzano, in prima battuta, una macchia sospetta sulla pelle fotografandola, in modo da sottoporla ad indagini diagnostiche più precise solo se ve ne sia realmente bisogno. Questo strumento è in grado di agire a distanza, ovviamente. Oppure la possibilità di analizzare più facilmente tutti i dati immagazzinati dall’analisi del genoma di una persona. Un progetto ancora più avveniristico riguarderebbe l’uso di stampanti a 3D capaci di ricostruire tessuti biologici o addirittura ossa artificiali, ovviamente usando non inchiostro ma cellule. Qualcosa che già accade, invece, è l’utilizzo delle piattaforme dei social network o di internet per monitorare l’evoluzione, ad esempio, di un’epidemia influenzale attraverso la condivisione delle informazioni, oppure delle sperimentazioni cliniche in atto. Infatti, registrando lo stato di salute e i parametri clinici dei pazienti attraverso sistemi elettronici, i medici riescono a capire quanto e come sia efficace un certo trattamento nel tempo. Infine, le nuove tecnologie possono essere messe al servizio della comunicazione tra medico e malato per dialogare anche a distanza. Una grossa parte spetta alle tecnologie mobili per la telemedicina, come il dispositivo connesso a uno smartphone per il monitoraggio del battito cardiaco. Ma ci sono studi in atto per creare veri e propri strumenti diagnostici mobili come sensori glicemici o otoscopi.
E la tecnologia può essere d’aiuto alla sicurezza del paziente in ospedale. Già da qualche anno, presso l’Istituto S. Raffaele di Milano è attiva un'infrastruttura organizzativa e tecnologica che ha consentito di aumentare la sicurezza non solo nella fase di somministrazione ma anche in quella di prescrizione e preparazione del farmaco. Un "carrello intelligente" distribuisce farmaci, e questo carrello è sormontato da un computer che comanda l’apertura dei cassetti dove sono contenute le medicine. I cassetti si aprono solo dopo il riconoscimento del paziente che ha un braccialetto al polso contenente un codice bidimensionale che il computer è in grado di leggere. Nel braccialetto sono memorizzate le informazioni cliniche più importanti, ad esempio se soffre di allergie e altro. La verifica, inoltre, avviene anche con la scatola del medicinale di cui il carrello legge i numeri di serie. Grazie a questo sistema elettronico denominato “Drive”, viene monitorato il movimento del farmaco all'interno dell’ospedale, agevolando il lavoro degli operatori e le procedure di acquisto e riordino dei farmaci.
Alessandra Turchetti