07/02/2013
Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra... Sono passati dodici anni da quando lo cantava Gaber nella bellissima e ironica Destra-Sinistra (2001). Il grande cantautore, scomparso nel 2003, aveva già intuito la crisi cui andava incontro il nostro Paese: la banalizzazione, per non dire la fine delle ideologie e, peggio ancora, degli ideali.
Quanto questo stia diventando realtà, oggi a ridosso delle elezioni, lo dimostra anche una ricerca dell'Istituto Toniolo secondo cui ben il 38,5% dei giovani italiani non si riconosce nella logica "destra, centro, sinistra" e, peggio ancora, Il 21% non andrà al voto o voterà scheda bianca.
Questo perché, spiega la ricerca contenuta nel Rapporto Giovani, le proposte politiche non convincono i giovani italiani che, delusi, preferiscono non affidarsi più alle ideologie di un tempo.
Tra gli altri dati emersi risulta che a collocarsi nel centrosinistra sono di più le femmine, ma anche chi vive nel centro Italia e chi proviene da famiglia con status sociale medio-alto. Viceversa a posizionarsi nel centrodestra sono, in senso relativo, di più i maschi, chi vive nel Nord e con origini sociali basse. Solo il 41% è pienamente convinto dell'attuale offerta politica.
Inoltre, il 29% ha un parere decisamente negativo rispetto ai partiti (si dichiara “disgustato”). Valore quest’ultimo ancora più alto per le categorie sociali più svantaggiate.
L'Istituto Toniolo si è occupato anche di capire quale sia l'origine della formazione delle idee politiche. E' emerso che avviene per la maggioranza relativa (30%) all’interno della famiglia (si sale al 38% per le femmine). Tale percentuale diminuisce col crescere dell'età.
Dopo l’influsso della famiglia, seguono personaggi politici o morali del passato: essi contano per il 25,5% degli intervistati (30% maschi, 20% femmine). Il loro valore sale al 34% per chi proviene da una famiglia con status sociale alto).
Le figure politiche attuali incidono per meno del 10%, a conferma della distanza tra i giovani e il quadro politico presente.
I personaggi dello spettacolo, della musica e dello sport hanno di per sé un ruolo molto trascurabile.
Solo il 6,1% dichiara che nell’ultimo anno ha rivestito incarichi in un partito e il 9,6 ha frequentato almeno qualche volta la sede di un partito.
Maggiore preferenza trovano i momenti formativi socio-politici organizzati da associazioni o enti culturali (31% lo ha fatto non occasionalmente nell’ultimo anno).
Più ampia è la disponibilità dei giovani a mobilitarsi attraverso partiti o movimenti: un giovane su cinque ha partecipato nell’ultimo anno a qualche manifestazione organizzata da partiti (20%) o da movimenti (22,7%) e il 25,3% ha partecipato, più di una volta, ad azioni di protesta online (25,3%).
Si sale ad oltre un terzo (35%) di intervistati che hanno interagito nei social network con gruppi che hanno a che fare con temi politici.
Orsola Vetri