14/02/2012
Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris (Foto Riccardo Antimiani/EIDON)
Tanta ideologia e poca pratica. Questo appare soprattutto il risultato dell'approvazione del registro per le unioni civili approvate dal consiglio comunale di Napoli per ufficialmente "riconoscere diritti civili alle persone in situazione di convivenza finché persiste la convivenza stessa". Convivenza che, per espressa previsione, comprende persone di sesso diverso ma anche coppie omosessuali. In Consiglio comunale è stata battaglia, ma neanche più di tanto: bocciata infatti la mozione del Pdl anche per l'astensione di Fli e Udc.
«Un primo passo per colmare il vuoto della legislazione nazionale in
materia», secondo il sindaco Luigi de Magistris, che aveva previsto espressamente nel suo programma elettorale l'istituzione del registro delle unioni di fatto. Mossa che sa, comunque, di aria fritta: a giudicare dai suoi fratelli maggiori, infatti, non si registrano altrove le file per iscriversi al famoso registro. A Gubbio, addirittura, è stato di recente abolito per "evidente inutilità", dopo che per 10 anni soltanto una coppia risultava essersi iscritta. Ma a Bologna, Bolzano, Trento, Torino, Firenze, Padova e in altri comuni le liste non sono chilometriche. In tempi di fatiche sempre maggiori delle famiglie di sbarcare il lunario ci si aspetterebbe ben altro dai comuni.
Stefano Stimamiglio