18/04/2011
Il caso ormai fa giurisprudenza in Francia ed è destinato a far discutere, non solo Oltralpe: la Corte di Cassazione di quel paese ha infatti negato poche settimane fa la filiazione legittima di due bambine, Isa e Léa - nate negli Stati Uniti nel 2000 da una madre surrogata.
La storia è in sè semplice: una coppia francese, i coniugi Mennesson, desiderosi di avere dei figli ma impossibilitati a causa della mancanza dell'utero nella donna, si sono rivolti a un'agenzia di intermediazione statunitense per cercare una donna disposta a condurre la gravidanza per conto della coppia, fenomeno che in gergo si chiama "utero in affitto" o "maternità surrogata". La coppia francese "committente" ha anche "fornito" i gameti con cui sono stati prodotti gli embrioni: gli
spermatozoi del padre e, vista la sterilità della signora, gli ovuli di una donatrice esterna alla coppia. Dopo la fecondazione in vitro, gli embrioni sono stati impiantati
successivamente nell'utero della madre surrogata.
Questa pratica, mentre è legale in California dove la gestazione è avvenuta, è attualmente vietata in Francia, ragion per cui i 10 anni di battaglie giudiziarie per far riconoscere in Francia la filiazione delle due bambine (che ovviamente nel frattempo hanno l'età di 10 anni) hanno prodotto come esito finale la sentenza della Corte di Cassazione di qualche settimana fa che nega, andando contro anche l'opinione dei pubblici ministeri che si erano dichiaratio favorevoli, la trascrizione nei registri dello stato civile. La motivazione parla di "violazione dei principi essenziali del diritto francese" in caso di maternità surrogata e di impossibiità per la Corte di Cassazione di sostituirsi al legislatore.
La sentenza è destinata a far parlare ancora di sè: la coppia ha infatti deciso di ricorrere alla Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo per presunta violazione dei diritti fondamentali dell'uomo.
Stefano Stimamiglio