14/04/2012
Foto Eidon
Un monitoraggio realizzato nei pronto soccorso di Milano e area metropolitana, e negli ospedali di Bergamo, Como e Lecco, dalla Cisl Medici Lombardia, ha rilevato un uso improprio dell’accesso all’emergenza: il 15% degli arrivi è ingiustificato e le attese possono durare fino a sei ore. Tra le patologie diagnosticate da “codici bianchi”, si annoverano febbre, disturbi intestinali, punture d'insetto, piccoli traumi, mal d'orecchio, patologie dermatologiche e altro. «Patologie che possono essere tranquillamente gestite in un ambulatorio che si affianca il Pronto soccorso», afferma Arturo Bergonzi, segretario generale della Cisl Medici Lombardia. «Lo dimostra il fatto che a Bergamo, dove si sta già sperimentano il nostro modello organizzativo, i tempi d'attesa sono scesi a due ore». La creazione di un servizio parallelo al Pronto soccorso è, dunque, la soluzione proposta dalla Cisl Medici Lombardia per una riorganizzazione complessiva del sistema sanitario lombardo. La parola d’ordine è alleggerire il carico delle strutture d’emergenza attraverso un servizio parallelo che porterebbe, fra gli altri vantaggi, anche la riduzione dei tempi di attesa. Questo servizio sarebbe basato sull’attività della guardia medica che si prende cura di quelli che oggi sono definiti i “codici bianchi”.
«Tra le sofisticate variabili dell’organizzazione sanitaria bisogna tener conto anche di un fattore molto umano, che si chiama paura: quando un cittadino sta male si rivolge al Pronto soccorso perché si sente più tranquillo», prosegue Bergonzi. «Ma se il sistema funzionasse in modo efficiente, i codici bianchi non dovrebbero nemmeno entrare in Pronto soccorso e la loro gestione dovrebbe essere affidata a un servizio che si avvale della professionalità delle guardie mediche, pediatri, medici di base e specialisti ambulatoriali. Oggi, invece, la gestione dei codici bianchi occupa anche 4-5 ore, col risultato di distogliere l'attenzione dei medici da codici più impegnativi». Le proposte per ridurre gli accessi ingiustificati ai pronto soccorso non si limitano però alla creazione di questo servizio parallelo. «Nei capoluoghi di provincia i poliambulatori pubblici extraospedalieri già esistenti dovrebbero ampliare la loro “destinazione d’uso” ospitando queste nuove aggregazioni funzionali di medicina generale», continua Bergonzi. «La loro apertura al pubblico deve passare a 12 o 15 ore al giorno e gradualmente arrivare a coprire anche la fascia oraria 20-24 nei giorni feriali e 12-20 il sabato e la domenica. Il tutto per adeguare gli orari delle strutture territoriali a quelli dei lavoratori che spesso devono accompagnare i genitori e figli a fare prestazioni richieste dal medico di base: non trovando strutture aperte la sera, il sabato e la domenica, ci si reca in Pronto soccorso, dove spesso poi viene generato un ricovero improprio per la scarsa conoscenza del paziente, per il poco tempo a disposizione e per il fenomeno della medicina difensiva». All’insegna di un “no ai tagli dei servizi, sì ai tagli ai costi della politica in sanità”, le altre proposte avanzate dalla Cisl Medici Lombardia chiedono di ridurre i costi del sistema sanitario senza però modificare gli organici medici e infermieristici ospedalieri.
Alessandra Turchetti