04/10/2012
Oncologia italiana a rischio? (Foto Corbis)
Timore spending review per l’oncologia italiana. In attesa di conoscere i dettagli dei tagli che verranno decisi dal Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione per il comparto sanità, gli specialisti italiani lanciano un grido allarme: «L’oncologia italiana è minacciata», ha dichiarato nei giorni scorsi Roberto Labianca, presidente del Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo) al termine del congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) appena terminato a Vienna. Labianca ha inteso riferirsi a casi di primari andati in pensione e non sostituiti, accorpamenti di reparti, difficoltà di accesso alle terapie. Segnali poco rassicuranti che sono emersi nel simposio internazionale.
«La rete oncologica nazionale rischia di essere smantellata, abbiamo notizia che sempre più pazienti vanno all’estero». Un avvertimento che sembra andare in controtendenza rispetto alle dichiarazioni del ministro della Sanità Renato Balduzzi, secondo cui l’oncologia italiana è di eccellenza. «A questo congresso la presenza di scienziati italiani è stata molto rilevante, ma è inutile gloriarsi», ha osservato Labianca. «La spending review può farci perdere quanto realizzato fin qui, ci vuole poco a tornare indietro: attenzione ai tagli indiscriminati, se si taglia male si tagliano teste. Dobbiamo salvaguardare la vita dei pazienti». Il Cipomo ha chiesto su questo tema un incontro urgente con il ministro della Salute e con la Commissione sanità del Senato e, secondo quanto riferisce un comunicato stampa, ha in mente di istituire un osservatorio per rilevare e segnalare eventuali riduzioni della qualità del servizio.
Stefano Stimamiglio