30/10/2010
Un'immagine dell'assemblea di Incontro Matrimoniale a Torino (foto di Paolo Siccardi).,
La Provvidenza ha voluto che si siano ritrovate a Torino proprio il giorno in cui il Papa, a Roma, ha caldamente invitato tutti a non adattarsi «a un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri». Oltre 200 coppie di sposi provenienti da 14 Paesi e appartenenti al movimento
internazionale di ispirazione cattolica Incontro Matrimoniale si sono ritrovate in uno dei luoghi simbolo della profezia, l'ex Arsenale militare che il Sermig di Ernesto Olivero ha trasformato da fabbrica di cannoni in laboratorio di pace e solidarietà. Lì hanno riflettuto sul come vivere l'amore tenero e fedele tra coniugi, lì hanno pregato (il vescovo ausiliare di Torino, monsignor Guido Fiandino ha presieduto la concelebrazione eucaristica), lì hanno vissuto momenti conviviali nell'ambito dell Consiglio europeo di Incontro Matrimoniale.
Accanto a decine di coppie italiane, c'erano coppie giunte da Austria,
Belgio (sia quello fiammingo che quello vallone), Croazia, Inghilterra, Francia, Germania, Ungheria,
Irlanda, Olanda e Spagna. I lavori sono stati guidati dai responsabili europei, il team olandese formato dai coniugi
Lian e Ben Leliefeld di
Heemstede e da don Kees Maas
di Teteringen. Incontro Matrimoniale è nato in
Spagna, per iniziativa di Jaime e Mercedes Ferrer, negli anni Cinquanta.
Aiutati da padre Gabriel Calvo, intuirono l’importanza di coinvolgere altre
coppie in un’esperienza di dialogo e di ascolto che rafforzasse il rapporto tra
marito e moglie alla luce dei valori cristiani. Nel periodo del Concilio
Vaticano II portarono la loro testimonianza in America Latina e in Messico.
Negli Stati Uniti d'America conquistarono la fiducia del gesuita Chuck Gallagher. Il
religioso, docente in una scuola di Long Island, trasformò quelle suggestioni
in un progetto: e lo diffuse rapidamente attraverso lo schema sempre più collaudato
di un coinvolgente week-end proposto da sposi a sposi che desiderino rendere
più consapevole la loro decisione di amare e il sacramento che hanno ricevuto.
Da qui inizia il cammino in Incontro Matrimoniale. In un fine-settimana viene proposto uno stile di vita basato sul dialogo autentico che presuppone ascolto, rispetto, capacità di chiedere e accordare perdono (e che, dunque, va ben oltre quelle quattro battute scambiate al volo su chi porta i figli a scuola o su chi va a fare la spesa), sulla consapevolezza che i sentimenti (guardati con sospetto nella cultura occidentale) sono invece importanti e vanno reciprocamente riconosciuti, sulla cura dei dettagli (dal come ci si veste al come si apparecchia la tavola, nulla è senza valore). Ogni aspetto della vita matrimoniale viene affrontato, intesa sessuale inclusa. I momenti di difficoltà, se non di vera e propria crisi, sono ovviamente tenuti ben presente (molto contano le testimonianze personali delle coppie-guida), nella ragionevole certezza - suffragata dall'esperienza ormai pluridecennale delle coppie del movimento - che tutto quello che si suggerisce rappresenta un "metodo" in grado di far attraversare il mare in burrasca evitando rovinosi naufragi. Questo percorso formativo non esclude, ma anzi include, i sacerdoti.
In Italia Incontro Matrimoniale ha
cominciato a diffondersi a partire dal 1978.
Oggi il movimento è presente
in tutti i continenti e in circa 90 Paesi, coinvolgendo nel suo itinerario formativo
oltre un milione di coppie e circa cinquemila consacrati. Incontro Matrimoniale
viene declinato nel mondo anche in varie forme presso le comunità cristiane
protestanti: soltanto negli Stati Uniti ve ne sono una quindicina, tra
battisti, metodisti e luterani. Nel settembre 2009, la Conferenza
episcopale italiana (Cei) ha approvato lo Statuto
dell’associazione privata di fedeli denominata Incontro Matrimoniale,
impegnata a tutti gli effetti nelle chiese locali nel campo della pastorale
familiare. Analogo riconoscimento è stato fatto dalla Conferenza episcopale spagnola.
Dal 2008
i responsabili nazionali di Incontro Matrimoniale sono piemontesi di Gassino
(Torino). I coniugi Raineri (Felice, 54 anni, medico urologo, e Paola, 51 anni, psicologa e insegnante; 3 figli), condividono la
responsabilità del team con il sacerdote della diocesi di Milano, don Francesco Vitari. «Il
Consiglio europeo di Incontro Matrimoniale a Torino», spiegano i coniugi Raineri, «è un’occasione
importante per testimoniare anche il nostro convinto impegno civico a favore
della famiglia in Italia. In un periodo in cui assistiamo a un progressivo sgretolamento
dei rapporti, irrobustire la relazione di coppia dandole un senso costituisce un
piccolo ma significativo contributo a mantenere solide le fondamenta della
nostra società».
Alberto Chiara