15/04/2011
Mentre fioriscono i dibattiti sulle quote rose in politica e nelle posizioni-chiave nel mondo economico e finanziario, sulla difficile conciliazione fra famiglia e lavoro, ora, a completare il quadro, si viene a sapere che anche nel mondo del volontariato la situazione non è... rosea. L'Auser, associazione di volontariato e di promozione sociale, ha di recente condotto un'indagine conoscitiva sia al proprio interno che, in generale, nel mondo del "terzo settore" per conoscere dati e statistiche del ruolo delle donne in questo settore strategico. I risultati sono stato presentati proprio in questi giorni.
Non sono poche le donne che si dedicano al volontariato: si stima che il 46 % degli 826mila volontari del nostro Paese siano donne. Ma la loro presenza ai vertici delle associazioni risulta scarsa, gli incarichi di responsabilità e di dirigenza rimangono prevalentemente in mani maschili. Analizzando gli organigrammi di 15 fra le più importanti organizzazioni di volontariato, infatti, risulta che solo in quattro di esse il presidente è donna.
Le donne sono presenti soprattutto ai gradini più bassi della scala gerarchica, in compiti amministrativi e segretariali, oppure in generale in lavori magari più delicati e complessi che riguardano la "relazionalità", ma che sono impegni spesso meno visibili. L'indagine guarda bene anche in casa propria, all'interno dell'Auser, dove le donne hanno numericamente il primato ma non in posizione di guida. L'organizzazione ha istituito da tempo al proprio interno un Osservatorio delle Pari opportunità e gruppi istituiti ad hoc delle sezioni locali si stanno occupando delle cause della non-parità e di come correggere in tempo queste situazioni per non sprecare prezioso capitale umano.
Harma Keen