22/03/2013
Maltrattamento e abusi infantili trovano impreparati anche i medici che non sempre sanno riconoscere e interpretare correttamente i segnali che spesso mandano gli stessi bambini. Lo rivelano i risultati di un’indagine milanese - la prima condotta su medici e pediatri – presentati oggi dall’associazione Terres des hommes e Sbam (Sportello bambino adolescente maltrattato) della clinica Mangiagalli di Milano.
Dei 1.170 professionisti che hanno risposto al questionario - il 60% dei quali esercita l’attività da oltre 20 anni - la maggior parte dichiara di confondere le forme di maltrattamento più comuni. Ancora più sorprendente è che oltre il 65% degli intervistati conferma di avere sospettato di situazioni di maltrattamento, abuso o trascuratezza ma il 51% di loro ha deciso di non segnalarlo. Qualcuno (13,6%) per timore delle conseguenze sul contesto familiare, altri (18,3%) perché non sapeva come e a chi segnalarlo. «Dall’indagine emerge quanto i medici abbiano bisogno di maggiore formazione specifica sul tema degli abusi – ha commentato Federica Giannotta, responsabile dei diritti dei bambini per Terres des hommes – vale la pena ricordare come ogni anno nel capoluogo lombardo le forze dell’ordine registrino più di 300 reati di violenza contro i minori».
Sensibilizzazione auspicata anche da Lucia Romeo, pediatra responsabile dello sportello Sbam che segnala come proprio nel campo delle patologie della cura verso i bambini i medici mostrano le maggiori insicurezze. Quanto sia invece necessario contrastare il fenomeno dell’abuso all’infanzia è dimostrato anche dai numeri indicati da Pietro Forno, procuratore aggiunto del Tribunale di Milano: 1.400 le denunce di maltrattamento tra luglio 2011 e giugno 2012 (cui si aggiungono 800 casi di stalking), il 10% del quali riguardano minorenni.
Paola Molteni