01/03/2012
Fanno bene le mamme a coccolare spesso i loro bambini? A quanto pare si, ma senza esagerare. Lo dichiarano alcuni studiosi della Washington University School of Medicine di St. Louis. Una loro recente ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha rivelato che i bambini che, tra la nascita e i 5 anni, fanno esperienza di cure materne adeguate, sensibili e particolarmente amorose, sviluppano il loro ippocampo (cioè l’area fondamentale del cervello preordinata a gestire i processi di apprendimento, di memoria e stress) del 10% in più rispetto a tutti i piccoli che non godono di una relazione così impostata. In altri termini, chi in età prescolare ha la possibilità di intrattenersi a lungo in compagnia della propria madre, divenendo oggetto delle sue premurose attenzioni (a volte anche eccessive), potrà ricavarne, nel corso della crescita, un vantaggio singolare sia sul piano fisico sia sul piano psichico, guadagnando una marcia in più rispetto ai coetanei. Tale scoperta conferma ulteriormente la teoria del legame di attaccamento sicuro tra la madre e il suo bambino, formulata dallo psicoanalista britannico John Bowlby. Inoltre, quest’ultima ricerca è la prima che ha provato ad associare gli accudimenti materni allo sviluppo strutturale di un’area centrale del cervello, come quella dell’ippocampo.
Numerosi studi condotti in passato hanno evidenziato l’importanza di un caregiver attento e affettuoso per lo sviluppo emotivo e cognitivo del bambino. Ma i dati del gruppo di St. Louis, tuttavia, precisano che l’ippocampo e i suoi collegamenti sinaptici crescono più sani in quei bambini che ricevono un accudimento più efficace. Secondo Dolores Rollo, docente di psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’università di Parma, «dire che la stimolazione da parte del contesto di sviluppo è così importante da produrre cambiamenti nel cervello è senz’altro “rivoluzionario”, anche se rappresenta la naturale evoluzione degli studi condotti da numerosi ricercatori, sia stranieri sia italiani. Questi nuovi risultati, però, non devono indurre né a un eccesso di responsabilizzazione nei confronti delle madri, né alla conseguente loro colpevolizzazione nei casi di deprivazione». Infatti, «la relazione tra cure materne e cambiamenti strutturali», prosegue l’esperta, «potrebbe essere intesa in modo meno causale e univoco di quanto la ricerca sembra suggerire. Sono diverse le fonti di cura di cui il bambino può fare esperienza fin dalla prima infanzia, per esempio il padre, i nonni e le educatrici. E diverse sono anche le strategie a cui ricorrere per compensare e/o sostituire le mancate occasioni educative». Le coccole materne, dunque, sono importanti. Ma non sono le uniche. Ogni bambino, infatti, vive immerso anche nell’affetto mostrato dal padre e dagli altri adulti significativi, come i nonni, gli zii e gli amici. Quindi da tutta la famiglia!
Simone Bruno