Registri delle coppie di fatto, tocca a Milano

Potrebbe approdare in Consiglio il 23 luglio la delibera per riconoscere le coppie di fatto. Un atto inutile e dal forte sapore ideologico.

13/07/2012
Il duomo di Milano (Ansa).
Il duomo di Milano (Ansa).

Il Registro delle coppie di fatto Pisapia lo aveva promesso in campagna elettorale. Ora, notizia di queste ore, il prossimo 23 luglio potrebbe approdare in Consiglio comunale proprio la delibera per il riconoscimento delle unioni civili che, di fatto, istituisce il registro nel Comune di Milano. Questo comunque avverrà dopo che i nove consigli di zona avranno espresso il loro parere, che, ricordiamo, è obbligatorio ma non vincolante. La celerità con cui questi risponderanno potrebbe o meno far slittare a settembre il provvedimento. «Preoccupa la scelta della giunta del sindaco Pisapia e dell’assessore Maiorino, che ha approvato in commissione consiliare un testo per l’istituzione del registro delle unioni civili», ha commentato Francesco Belletti, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari. «Un atto essenzialmente inutile per i milanesi, come riconosciuto anche da alcuni membri della giunta e confermato dal risultato deludente dei registri dove sono stati istituiti, ma finalizzato a sollevare una vertenza di carattere nazionale», come ha ricordato lo stesso Belletti. Un provvedimento, insomma, fratello di quello di diversi altri comuni italiani che si sono avventurati nella creazione dei registri delle coppie di fatto e che conoscerà, con ogni probabilità, lo stesso esito: pochi iscritti e nessuna conseguenza pratica. «Perché non abbiamo visto lo stesso impegno e la stessa urgenza per inserire misure fiscali e tariffarie di favore alle famiglie con figli, in una Milano in cui la pressione fiscale sulle famiglie è cresciuta in modo così forte?», si è domandato Belletti. Insomma, «una fuga in avanti dall’anima fortemente ideologica che in un momento in cui la crisi economica ci chiama all’unità non fa bene a nessuno», ha aggiunto. Per concludere: «Temi così controversi meritano di essere lasciati ad un nuovo scenario sociale e politico dove anche i valori e le scelte strategiche del Paese verranno riproposte all’attenzione dei cittadini. Basta con la vecchia politica e la vecchia burocrazia, che cambia il Paese a colpi di decreti, atti amministrativi, emendamenti notturni».

Stefano Stimamiglio
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