28/01/2012
Foto Thinkstock.
Allora è proprio vero: qualche volta l’informazione così capillarmente offerta dai media può essere d’aiuto a vivere meglio, se opportunamente usata. È quanto dimostra lo studio offerto dalla Fondazione di Ricerca e Cura ”Giovanni Paolo II” di Campobasso secondo il quale televisione, giornali e Internet possono rivelarsi degli ottimi alleati della salute. Analizzando un campione di oltre mille persone del più grande “Progetto Moli-sani”, l’indagine epidemiologica, che ha coinvolto 25mila cittadini della regione Molise, ha infatti dimostrato che questi strumenti d’informazione, quando utilizzati in modo adeguato, favoriscono i buoni stili di vita.
Lo studio è stato pubblicato on line dalla rivista International Journal of Public Health, ed è uno dei primi a considerare l’informazione mediatica nel suo insieme. «La letteratura scientifica si è concentrata molto sulla televisione, considerata come uno dei tanti fattori di rischio per la salute perché causa di sedentarietà», ha spiegato Marialaura Bonaccio, principale autore dello studio. «In pratica, guardare la TV si accompagna spesso a una scarsa attività fisica e alimentazione scorretta, con effetti negativi soprattutto in termini di obesità, un fattore di rischio importante per le malattie cardiovascolari. Con il nostro studio, invece, abbiamo rivolto l’attenzione alla capacità della gente di informarsi attraverso i mass media in generale, compresi giornali e Internet. E siamo andati a vedere se le persone che si tengono più informate abbiano abitudini migliori rispetto a quelle meno esposte alle diverse fonti di informazione».
Raccolti i dati sullo stile di vita, condizioni di salute ecc., i partecipanti al progetto hanno risposto ad un complesso questionario su come utilizzano i vari media, dalla Tv ai giornali ai magazine fino a Internet, per informarsi. In questo modo è stato possibile creare un punteggio del loro livello di esposizione. Questa esposizione è stata poi messa in relazione con le abitudini di vita, in particolare con quelle alimentari. Questi i risultati: le persone maggiormente esposte all’informazione mediatica, considerando tutte le varie fonti esaminate, sono quelle che hanno un’alimentazione più vicina al modello mediterraneo, universalmente riconosciuto come il migliore per quanto riguarda la riduzione del rischio di essere colpiti da malattie croniche e neurodegenerative.
In particolare, le persone che risultavano più informate riportavano un consumo maggiore di alcuni alimenti fondamentali della piramide alimentare mediterranea, come frutta e pesce fresco ma un consumo minore di cibi meno salutari, come i grassi animali. «L’informazione veicolata dai mass media» - ha commentato Giovanni de Gaetano, direttore dei Laboratori di Ricerca della Fondazione - «può a volte sembrare frammentaria o imprecisa, specie quando si parla di salute e di prevenzione. Il nostro studio ci ha fornito dati che potranno essere molto utili in un periodo in cui la crescita dell’obesità, l’alimentazione scorretta e l’eccessiva pigrizia rendono necessarie nuove modalità di comunicare la salute. E in questo possiamo trovare un valido alleato proprio nei mass media. Il passo successivo a questo studio sarà quello di valutare i singoli elementi del panorama informativo e soprattutto di studiare i cambiamenti che Internet sta introducendo nel modo in cui le persone, soprattutto quelle più giovani, si informano su temi di salute».
Alessandra Turchetti