30/04/2013
È allarme sulle biblioteche scolastiche. Queste strutture, così importanti per la crescita culturale dei nostri figli e per l’educazione alla lettura, sono completamente abbandonate a se stesse. A porre il problema è l’Aie (Associazione italiana editori), il cui ufficio studi ha condotto un’indagine sulle biblioteche scolastiche, esaminandone un campione di 8.372 (il 26% del totale) su tutto il territorio nazionale.
Non ci sono i soldi per acquistare libri nuovi
Dai dati raccolti dall’Aie emerge che la spesa media per studente nell’ambito della promozione della lettura realizzata dalle scuole tramite le biblioteche è di 1,56 euro l’anno. Una cifra che dice molto: ad esempio che, praticamente, non ci sono soldi per comprare libri nuovi, ma anche per rendere pienamente accessibili quelli che ci sono, attraverso l’informatizzazione e la messa on-line dei cataloghi.
Basta entrare in una qualsiasi biblioteca scolastica per rendersene conto. La ricerca presentata dall’Aie dimostra chiaramente che se l’eccellenza è una rarità, la normalità è l’inefficienza.
Non ci sono bibliotecari
Un altro problema riguarda la carenza di personale, che possa garantire l’apertura delle biblioteche scolastiche in orari congrui. Tra l’altro – e non è un dato secondario – siamo l’unico Paese d’Europa che non preveda nell’ordinamento scolastico la figura professionale del bibliotecario.
Dunque a chi è affidato questo compito? Spesso si tratta di insegnanti dichiarati “inidonei all’insegnamento” (per patologie di varia natura), dunque personale non adeguatamente formato per questo delicato compito. Per di più, la scure dell’ultima legge finanziaria si è abbattuta anche su questa fascia di docenti, obbligandoli a transitare nei ruoli tecnico-amministrativi (il lavoro di segreteria), lasciando così di fatto sguarnite molte biblioteche scolastiche.
Servono competenze e risorse
Eppure quella del bibliotecario, soprattutto a scuola, dovrebbe essere una figura specializzata. Questo non per sminuire il lavoro dei volontari che attualmente, in molti casi, tengono aperte le biblioteche scolastiche (ad esempio tramite comitati spontanei di genitori o nonni, come evidenzia lo studio dell’Aie), ma per sottolineare l’importanza di questo compito.
La biblioteca oggi rappresenta una sfida verso il futuro: da luogo depositario del sapere da trasmettere attraverso le generazioni, essa diventa sempre più una sorta di “portale di accesso” a contenuti affidabili. E se ciò è vero in generale, lo è soprattutto a scuola. Dove il bibliotecario dovrebbe essere un professionista impegnato a gestire e a conservare il patrimonio documentale, ormai in tutto il mondo sempre più digitale, e a facilitare, attraverso tecnologie mirate di ricerca, l’accesso all’informazione e alla conoscenza. Un obiettivo per il quale servono specifiche competenze e adeguati investimenti.
Roberto Carnero