04/12/2012
E’ stato presentato in questi giorni a Milano il volume a cura di Ugo Castellano e Patrizia Rizzotti, edito da Officina della Narrazione, del primo progetto triennale dedicato alla prevenzione del bullismo nelle scuole che aiuta gli insegnanti a migliorare le relazioni affettive con gli studenti. Sono stati coinvolti 181 docenti attraverso laboratori esperienziali che hanno raggiunto complessivamente 25 mila ragazzi e ragazze nei progetti di prevenzione.
Il Gruppo di Lavoro, nasce a Milano nel 2006, da un incontro di Don Gino Rigoldi, cappellano dell’Istituto penale per minorenni “Beccaria” e fondatore di Comunità Nuova, con il mondo delle imprese e della formazione per porre attenzione ad alcuni ripetuti segnali di malessere dei ragazzi nelle scuole milanesi e del territorio vicino, che sono sfociati talvolta in casi esplosivi di bullismo, violenza tra minori e dispersione scolastica.
La Fondazione Sodalitas, insieme a operatori di Comunità Nuova e formatori di Ismo, grazie ai finanziamenti del Comune di Milano, Edison, Fondazione Cariplo e UBS Italia ha dato l’avvio al Progetto nel periodo 2007-2010.
Dopo una fase di analisi e ricerca sul fenomeno, l’obiettivo si è concretizzato nel rafforzare le competenze affettive e relazionali degli insegnanti, in un primo momento rivolto ai docenti della Scuola secondaria di Primo Grado e successivamente l’intervento si è allargato anche a quelli della Primaria e della Secondaria di secondo Grado.
«La padronanza dei contenuti didattici oggi è certo necessaria - afferma Vito Volpe,
formatore ISMO - ma, per restituire alla professione di insegnante il
suo significato più profondo, occorre porre in primo piano la capacità
del docente di promuovere e generare relazioni di benessere e di
scambio. Oggi c’è più malessere che motivazioni, sia da parte degli
insegnanti che degli studenti. Il bullismo è solo uno dei sintomi
affioranti di queste difficoltà».
«L’aggressività degli adolescenti non è altro che energia- spiega Andrea Prandi
di Edison- che se ben indirizzata, può permettere loro di crescere e
strutturare la loro personalità entrando in contatto con gli altri e
con la società, con fiducia e grazie ad un dialogo costruttivo. In
questo senso la scuola è un luogo fondamentale, dove i ragazzi si
trovano a convivere e confrontarsi con altri coetanei, dove si creano
relazioni e legami nuovi».
Dalla ricerca-ascolto è emerso che la principale esigenza dei ragazzi è avere buone relazioni coi docenti e coi compagni.
I docenti, da parte loro, ammettono le proprie difficoltà a comunicare
con la struttura, con i colleghi e con i genitori. Inoltre manifestano
con chiarezza, motivazione e interesse a fare della scuola un luogo non
solo di sviluppo di didattica ma anche educativo e di crescita.
Sottolinea Don Gino Rigoldi: «Gli adulti hanno bisogno di
convertirsi alla relazione, che significa convertirsi all’umanità. E
poi, cominciare a darsi gli strumenti per parlarsi veramente, per
capirsi, per guardarsi, anche per comprendere il perché di uno sguardo,
sorridente o corrucciato, del gesto di violenza oppure del salto di
gioia, perché di questo hanno bisogno le persone e i nostri ragazzi in
particolare».
Dionisia Frediani