04/10/2010
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Si è svolto sabato 2 ottobre a Reggio Emilia il Convegno del Fism dal titolo "Accogliere tutti con uno sguardo per ciascuno". Oltre cento insegnanti ed educatori delle scuole dell'infanzia paritarie sono convenuti nella città emiliana per discutere un aspetto importante del nostro vivere civile, che tocca certamente la scuola materna ma che in realtà si propone come una vera e propria sfida per l'intero corpo della nostra società: l'inclusione dei bambini disabili.
I dati innanzitutto. Il segretario della Fism Luigi Morgano ha fornito, a margine del convegno, i numeri di questo fenomeno: sono infatti ben 4300 bambini diversamente abili nelle scuole paritarie legate alla Fism su un totale
di 5mila delle scuole paritarie dell'infanzia. Secondo il segretario «il
tema dell'accoglienza rappresenta una sfida per una scuola
che intenda essere tale: una scuola che non può essere lasciata da sola,
senza mezzi, senza rete di supporto». Il suo appello-denuncia è chiaro: «E' necessario un adeguato piano di
interventi educativi integrati, nonché risorse ad hoc da parte dello
Stato, degli Enti locali, delle Asl in grado di rendere concrete
quelle affermazioni che diversamente lo sarebbero solo di principio. In questo
contesto la mancata erogazione, a tutt'oggi, dei contributi previsti da parte dello Stato per le scuole paritarie dell'infanzia crea
un'ulteriore crescente difficoltà che le nostre scuole e le famiglie
sono costrette ad affrontare».
Biancamaria Girardi, responsabile del settore diversa abilità della Fism, ha detto che la «finalità del convegno è porre le basi e proporre non tanto la ricetta del "come integrare", quanto come fare in modo che la scuola non escluda o emargini alcuno, portando scuse e giustificazioni non sempre valide. Argomento di riflessione è il mostrare come si possono affrontare e superare le barriere, non tanto architettoniche, quanto culturali ed economiche, se c'è volontà, chiarezza e determinazione riguardo al come operare. In un tale clima tutti comprenderanno che ciascun bambino ha un unico desiderio: essere riconosciuto, accettato, accolto per quello che è».
Mariannina Sciotti, presidente regionale Fism dell'Emilia Romagna, portando la sua personale esperienza, ha rivelato che «nonostante le difficoltà economiche, non abbiamo mai pensato di non accogliere un bambino diverso nelle nostre scuole. Anzi abbiamo realizzato diversi progetti specifici di inclusione e sulla base dei risultati possiamo dire che la presenza di bambini diversamente abili ha attivato una sinergia positiva fra scuola, famiglia, società e territorio».
Italo Fiorin, docente di pedagogia speciale all'Università Lumsa di
Roma, nel suo intervento ha detto che «la scuola di qualità è una scuola nella quale la persona che la abita, alunno o insegnante che sia, trova un'occasione per crescere e sviluppare la propria umanità. Di conseguenza l'inclusione di bambini diversamente abili è un indicatore di qualità. In Italia abbiamo superato l'approccio specialistico e il modello medico riabilitativo che considerava la disabilità solo come una questione medica e registriamo una maggiore responsabilizzazione degli insegnanti e della comunità scientifica, tuttavia un ostacolo a una politica di integrazione è la diffusione negli ultimi tempi di una cultura orientata alla competizione e all'efficienza».
La testimonianza di Claudio Imprudente, diversamente abile e presidente del Centro documentazione handicap di Bologna, ha particolarmente toccato l'assemblea. Egli ha sostenuto che «la diversità non è un problema da risolvere, né un peso da sopportare da soli, ma una risorsa culturale e una ricchezza politica ed educativa per tutti. Una collettività che accoglie la diversità è una collettività che guarda al futuro».
La sensibilità della Fism per questo delicato tema avrà un seguito il prossimo 17 novembre alla Fiera ABCD di Genova. Tema del convegno sarà questa volta "Handicap e disabilità: indicazioni e proposte della Fism per l'inclusione nelle scuole dell'infanzia".
Stefano Stimamiglio