05/01/2013
In Italia sono 200 i giorni di lezione obbligatori che ciascuna scuola deve garantire per legge, ma oltre 691 mila ragazzi tra i 10 e i 16 anni (2 su 10) rischiano di non arrivare al traguardo, abbandonando la scuola prima della conclusione del ciclo dell’obbligo. Anche se sono stati compiuti passi in avanti rispetto a dodici anni fa – quando gli early school leavers risultavano il 25,3%, uno su 4, nella stessa fascia d’età –, il nostro Paese risulta comunque indietro nella classifica europea. In Germania, infatti, la quota scende al 12,1%, in Francia al 12,6% e nel Regno Unito al 14%.
«Il nostro obiettivo è realizzare un intervento che riesca a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica sviluppandosi inizialmente in Lombardia, Campania e Sicilia. Ci interessa investire sui giovani perché sono loro gli adulti del domani. Alla fine non misureremo il buon risultato del progetto valutando il successo scolastico dei ragazzi, ma secondo la loro nuova qualità di vita, rompendo schemi culturali e sociali, spesso anticamera di bullismo, di violenza e di poco rispetto per l’altro», sottolinea Daniela Bernacchi, direttore generale di Intervita. E precisa che il network coinvolgerà 2.500 ragazzi nelle tre città e altrettante famiglie, 800 insegnanti e 100 operatori informali. Nel dettaglio, il progetto prevede l’avvio di un centro diurno a Milano, Napoli e Palermo, che sarà aperto cinque pomeriggi la settimana, con attività educative condivise, la scuola dell’obbligo e i servizi sociali.
I percorsi educativi verranno realizzati in attività di supporto
scolastico e relazionale a favore dei ragazzi coinvolti, parallelamente
saranno coinvolte le famiglie dei ragazzi con azioni di counseling e
rinforzo delle competenze genitoriali. Le scuole saranno coinvolte con
attività di formazione degli insegnanti, per creare un’équipe
d’intervento nei confronti dei beneficiari. Si tratta di un percorso
triennale, riferisce Alessandro Volpi, referente Programma Italia di
Intervita: «Abbiamo scelto di intervenire in contesti normalmente
difficili, dove c’è urgente bisogno di un supporto, perché la dinamica
della dispersione ha correlazioni dirette con situazioni di disagio
sociale. La discriminazione non è tra regioni del Nord e del Sud, ma tra
le diverse aree di una stessa regione o tra i vari territori di una
metropoli».
Laura Badaracchi