14/07/2010
Monsignor Celestino Migliore, già nunzio apostolico presso l'Onu e da pochi giorni trasferito alla nunziatura di Varsavia (Foto ANSA)
La posizione del Vaticano non cambia: se si vuole una società più salda e compatta, se si vuole una convivenza più umana occorre promuovere dappertutto il ruolo le donne. Lo ha ribadito di recente monsignor Celestino Migliore, nunzio apostolico e rappresentante della Santa Sede presso le Nazioni Unite, da pochi giorni trasferito nella nunziatura di Varsavia, alla sessione del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.
L'incontro dal tema Implementare gli obiettivi e gli impegni internazionalmente concordati circa l'uguaglianza di genere e il rafforzamento delle donne ha dato possibilità al presule di ricordare che «tutte le donne e le ragazze aspirano a un maggiore riconoscimento del loro valore e della loro uguaglianza, così come alla valorizzazione del loro ruolo nello sviluppo» e che «qualsiasi deliberazione sul tema sarà incompleta se non si assicurerà l'avanzamento delle donne, che sono agenti dinamici di sviluppo nella famiglia, nella società e nel mondo».
Alcuni risultati, secondo Migliore, sono già stati raggiunti «anche in quei Paesi che restano indietro in molti aspetti dello sviluppo: anche qui, come altrove, si sta fortunatamente dando più rilevanza al ruolo delle donne nella vita pubblica, soprattutto in campo politico (...) Occorre però ricordare anche che l'uguaglianza non è identità, e la differenza non è disuguaglianza».
Il ruolo delle donne però non deve far dimenticare che il rispetto della loro dignità esige che si dia loro la possibilità effettiva di dedicarsi alla famiglia, vera risorsa della società. Anzi, un rafforzamento a tutti i livelli della famiglia è la condizione per migliorare la condizione della donne stesse. Per questo
«è auspicabile che intervengano disposizioni legislative a favore della famiglia e una coerente ridistribuzione del peso del lavoro domestico all'interno della famiglia stessa», come ha sottolineato nel suo intervento il nunzio.
La sfida si gioca anche sul campo dell'eliminazione delle disparità tra uomini e donne: «Persistono varie forme di discriminazione, legate anche a situazioni di sfruttamento e di oppressione contro le donne che vanno affrontate con misure modulate di protezione sociale variabili da Stato a Stato a seconda dello specifico contesto politico e sociale». Questo a partire dal settore sanitario, dove, come ha precisato il presule, «pur facendosi registrare una riduzione della mortalità materna e infantile, occorre agire anche sul fronte dell'alimentazione, della salute generale e dell'educazione».
Un altro fronte aperto è quello dell'accesso alla terra e al credito per far fronte a crescente bisogno di sana imprenditorialità femminile e quello della violenza sulle donne, piaga atavica in tantissimi paesi del mondo.
Stefano Stimamiglio