24/10/2011
Rallenta la crescita di nuovi iscritti, aumenta il numero di coloro che
frequentano la scuola secondaria di secondo grado, crescono i nati in
Italia. La fotografia che ritrae gli alunni con cittadinanza non
italiana nelle aule del Belpaese parla chiaro: niente boom di stranieri
in arrivo, piuttosto una presenza divenuta ormai strutturale. I dati
emergono dal rapporto Rapporto “Alunni con cittadinanza non italiana.
A.s. 2010/2011”, curato da Vinicio Ongini della Direzione generale dello
studente (Miur) e da Mariagrazia Santagati, Settore educazione della
Fondazione Ismu.
Presentata questa mattina al centro congressi della
Provincia di Milano, al margine del convegno "Gli studenti con
cittadinanza non italiana nell'istruzione tecnica e professionale",
l'indagine fornisce in modo dettagliato i numeri del
fenomeno. Gli allievi con cittadinanza non italiana
rappresentano a oggi il 7,9% di tutti gli studenti tra i banchi del
Belpaese (passati dalle 59.389 presenze dell'anno scolastico 1996/1997
alle 711.064 del 2010/2011), ma negli ultimi tre anni si è assistito a
un rallentamento nella crescita degli iscritti: aumentati meno di 38
mila unità nell'anno scolastico 2010/11, contro un aumento di 60-70 mila
unità all'anno avuto dal 2002/03 al 2007/08.
Se la scuola primaria
raccogliere la maggioranza degli iscritti (254.644 presenze, il 9% sul
totale) sale il numero di allievi stranieri che frequentano le scuole
secondarie di secondo grado: 153.513 per la precisione (contro 2.510.171
di italiani), 10.289 in più rispetto all’anno scolastico precedente,
con un’incidenza sul totale pari al 5,8%. Studenti con cittadinanza
non italiana che si concentrano soprattutto nell’istruzione tecnica e professionale: 62.080 frequentano gli istituti professionali (qui
la maggiore incidenza, con 11,4 alunni stranieri ogni 100
iscritti), 58.340 gli istituti tecnici. Minore è il loro numero nei
licei (28.675) e nell’istruzione artistica (4.418).
Qualche
differenza, quindi, resta: gli alunni con cittadinanza non italiana si
concentrano negli istituti professionali (40,4%) e negli istituti
tecnici (38%), seguiti a distanza dai licei (18,7%); gli italiani
invece preferiscono licei (43,9%), istituti tecnici (33,2%), meno
i professionali (19,2%). Divario anche nei tassi di promozione,
soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado: «La percentuale
dei non promossi fra gli studenti di cittadinanza non italiana, - si
precisa nel rapporto -, pur in leggero calo, rimane nell’anno scolastico
2009/2010 del 30%, circa il doppio rispetto al tasso registrato fra gli
italiani».
Altro dato significativo: l'aumento dei nati in
Italia. Nell’anno scolastico 2007/08, rappresentavano il 34,7% degli
alunni con cittadinanza non italiana, nel 2010/11 il 42,1% (per un
totale di 299.565 presenze). Tra i nati in Italia le scuole
dell’infanzia registrano la più alta presenza con il 78,3% degli
iscritti con cittadinanza non italiana che è nato in territorio
nostrano. Ecco perché si fa sempre più fatica a chiamarli
stranieri. Quali sono invece i paesi di provenienza? Per il
quinto anno consecutivo i romeni si confermano al top con 126.452
presenze, seguono gli albanesi (99.205), e i marocchini (92.542).
Tra le
novità l’incremento di alunni provenienti dalla Moldavia (passati dai
12.543 del 2007/2008 agli attuali 20.580) ma anche dall’India e
dall’Ucraina. Dove si rileva la maggior presenza? Il 24,3% del totale
degli alunni con cittadinanza non italiana è iscritto nelle scuole
lombarde (seguono il Veneto, con l’11,9% e l’Emilia Romagna con
l’11,6%); in merito all'incidenza, invece, al primo posto c'è l’Emilia
Romagna (14%), seguita da Umbria (13,3%), e Lombardia (12,5%). Le
province che accolgono il maggior numero di studenti stranieri sono:
Milano (64.934), Roma (52.599), Torino (33.920), Brescia (30.605),
Bergamo (20.961). Le incidenze maggiori invece si registrano soprattutto
nelle province di media e piccola dimensione: da Piacenza (18,1%) a
Prato (18%), da Mantova (17,8%) ad Asti (16,1%) a Reggio Emilia
(16%).
Maria Gallelli