Adozioni gay, dalla parte del bambino

Il diritto e il benessere del minore sono tenuti in considerazione? Il pediatra Giovanni Bonini riflette sulla genitorialità omosessuale e critica l'ansia del politically correct.

20/02/2013

Quali diritti ha rappresentato la decisione della Corte Europea per i diritti umani decidendo l’ammissibilità dell’adozione dei figli da parte dei conviventi gay? E’ questo che si chiede, con sempre maggiore preoccupazione, il dottor Giovanni Bonini, pediatra e Tutor della Scuola di specializzazione in Pediatria dell’Università di Firenze.

La settimana scorsa, il dottor Bonini ha pubblicato un vibrante appello alla comunità scientifica, pediatri e neuropsichiatri infantili, perché superasse il muro del silenzio e prendesse una posizione circa il benessere dei bambini cresciuti nell’ambito di famiglie omosessuali. Oggi, dopo la notizia della decisione di Strasburgo e di una omologa sentenza della Corte Costituzionale tedesca, il pediatra ribadisce le sue posizioni: «Non mi sembra che il diritto del bambino e il suo benessere siano davvero stati tenuti in considerazione. Io vedo rappresentato solo il diritto degli adulti».

Proprio perché il ruolo del pediatra è prendersi cura del benessere del bambino nella sua interezza fisica, psichica e sociale, non è possibile nascondersi dietro l’ansia del politically correct, sottolinea Bonini, che spiega: «Non possiamo fingere che avere due genitori dello stesso sesso sia uguale ad avere un padre e una madre. Una delle prime cose che un bambino coglie, anche quando è piccolissimo, è la differenza tra il maschio e la femmina. Cosa accade, mi domando, quando questi ruoli vengono stravolti? Non possiamo ignorare il disagio, anche solo nel confronto con i coetanei, che quel bambino dovrà affrontare».

Bonini sottolinea che la sua presa di posizione parte da un punto di vista totalmente laico, sereno e «lontanissimo da sentimenti omofobi, che sono una vergogna per l’umanità». Ma, prosegue, non si può ignorare la nostra storia antropologica profonda: «la famiglia si crea sulla base dell’unione tra uomo e donna, che poi per amore diventano padre e madre. E’ questa che da sempre rappresenta il modello di riferimento per la nostra umanità ed è fondamentale nella costruzione dell’identità del bambino in crescita».

La preoccupazione maggiore, espressa dal medico, è l’uso del diritto e delle sentenze per stravolgere – o assottigliare - ruoli sociali definiti: uomo-donna, padre-madre. «Esistono differenze insuperabili e mi sembra assurdo, o quanto meno strumentale, negarle. E’ come se invocassi una discriminazione sociale perché, in quanto uomo, non posso allattare».

L’appello di Bonini ha suscitato un profondo dibattito pubblico e privato nell’ambito dei medici e degli psichiatri infantili. Sul tema aveva già preso posizione lo stesso presidente della Società Italiana di Pediatria, Giovanni Corsello, con una considerazione – sulla stessa lunghezza d’onda - pubblicata sul sito internet dell’associazione. «Che due soggetti omosessuali possano garantire ad un bambino affettività e standard educativi in linea con uno sviluppo normale non è in discussione. Ciò che risulta rischioso e inutile è un dibattito teso a promuovere situazioni simili come assolutamente fisiologiche. Non si può infatti negare, sulla base di evidenze scientifiche e ragionamenti clinici, che una famiglia costituita da due genitori dello stesso genere può costituire un fattore di rischio di disagio durante l’infanzia e l’adolescenza, quando il confronto con i coetanei e le relative ricadute psicologiche, diventano elemento decisivo sul piano  relazionale. Non si possono considerare legittimi i diritti di una coppia di genitori senza contemporaneamente valutare contestualmente e nella loro interezza e globalità i diritti dei figli».

«Ho apprezzato questa testimonianza», sottolinea Bonini, «Ma vorrei che si potesse tradurre in una presa di posizione ufficiale da parte della Società Italiana di Pediatria. E’ necessario rimettere a fuoco i diritti di tutti i bambini, in ogni parte del mondo e dimostrare che il problema ci riguarda».  

Benedetta Verrini
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da stregatta il 21/02/2013 11:44

Io penso che il segreto di una crescita serena per un bambino non stia nel genere dei genitori ma nel vivere in un ambiente dove si respira amore e rispetto tra tutti i componenti. In quante famiglie eterosessuali i figli assistono alle violenze fisiche e psicologiche di un coniuge (spesso il padre) nei confronti dell' altro? Quanti bambini sono essi stessi oggetto di violenza?Credete che questi bambini crescano felici e contenti senza traumi? Concordo sul fatto che i diritti dei bambini dovrebbero essere al centro di tutto, ma questo vale per tutti i tipi di coppie.

Postato da branda il 21/02/2013 10:28

E, di grazia, con chi dovrebbe crescere un bimbo con genitore omosessuale? In un orfanatrofio? In un convento?

Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 21/02/2013 07:28

"cresciuti nell’ambito di famiglie omosessuali." Significativo che (o lapsus o necessità linguistica nella comunicazione odierna), già si dica e scrive "FAMIGLIE … omosessuali". Quando un giudice in un processo per separazione o divorzio deve prendere una decisione premette sempre: "nell'interesse primario del bambino". Chiedete alla Corte suprema se ha il coraggio di farlo (pretendiamo che lo faccia, altrimenti delegittimiamola). Un semplice esempio, pensando al futuro ( augurandomi che poi si vada al di là dell'esempio per coglierne il significato): quante volte alla scuola è stato chiesto un intervento di "educazione sessuale"; immaginiamoci questi bambini di famiglie (ahi) omosessuali che vi partecipano con altri compagni educati e cresciuti in famiglie padre e madre. La libera scelta , nel privato, sul piano affettivo di due persone dello stesso sesso si sta trasformando in potenziale ( nel senso che gli effetti si vedranno nel futuro) rovina sul piano sessuale se si continua su queste pretese di chi oggi vive la sessualità ad un solo livello.

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati