19/06/2012
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Gli oncologi americani riunitisi agli inizi di giugno a Chicago per il congresso mondiale Asco (“American Society of Clinical Oncology”) hanno parlato chiaro: anche le sigarette “light” sono pericolose, anzi possono esserlo ancora di più perché vengono fumate ispirando più a fondo per sentirne il gusto. E questo fa sì che le sostanze cancerogene scendano più profondamente nell’albero bronchiale dove insorge tipicamente l’adenocarcinoma, la forma più comune di tumore al polmone. Questo tipo di carcinoma ha registrato, infatti, un aumento dell'incidenza della malattia anche a seguito del cambiamento delle abitudini al fumo, come ad esempio l’utilizzo maggiore di sigarette “light”.
E’ l’allarme lanciato da un oncologo italiano che ha partecipato alla convention di Chicago, Cesare Gridelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia dell'Azienda Ospedaliera “S.G. Moscati” di Avellino. «Il tumore ai polmoni non squamoso è in netto incremento rispetto agli altri istotipi», ha affermato. «E la diffusione dell’adenocarcinoma polmonare è legato a due fattori principali: il primo è l'aumento dell'incidenza della malattia in donne non fumatrici, a causa di fattori genetici e ormonali, il secondo è il cambiamento delle abitudini al fumo». E’ vero, infatti, che in queste sigarette sono ridotti i livelli di nicotina e catrami, ma proprio per questo, poiché la nicotina dà dipendenza, per compensare i suoi bassi livelli si fuma più spesso e si inala di più. Di conseguenza, è più alta l'ingestione di altre sostanze tossiche e alla fine la quantità di nicotina assunta è la stessa di quella assunta fumando sigarette normali. Su 38.000 casi di tumore polmonare in Italia, circa 25.000 sono tumori a cellule non squamose, lo stesso tipo a cui appartiene l’adenocarcinoma polmonare. Fortunatamente, le terapie sono in netta evoluzione, con traguardi un tempo impensabili. «Basti pensare che fino a 20 anni fa con un tumore non operabile si sopravviveva in media 4 mesi, ma sono stati fatti piccoli grandi passi per aumentare la sopravvivenza di mese in mese, in questi anni», ha aggiunto Gridelli.
Gli studi fatti sulla pericolosità del fumo “light” sono ormai tanti. Ad esempio, è stato dimostrato che la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca si alzano dopo aver fumato indipendentemente dal tipo di sigaretta consumata, con un effetto negativo sul flusso sanguigno che si produce nelle arterie coronarie modo simile. Insomma, il rischio oncogeno è comunque alto e le sigarette a basso contenuto di nicotina hanno avuto il solo vantaggio, per le industrie, di attrarre i fumatori con una maggiore attenzione nei confronti della loro salute. E l'unico modo per un fumatore di correre meno rischi rimane quello di smettere di fumare.
Alessandra Turchetti