Come trattare un bambino timido

Alcuni consigli dall'Olanda per rendere i bambini più sicuri e il mondo più accogliente

17/05/2011

Ricevere un complimento, stare davanti alla classe o essere al centro dell’attenzione è un orrore per bambini timidi. Crescendo, i bambini realizzano che possono essere giudicati su qualsiasi cosa: l’aspetto, i vestiti, le prestazioni scolastiche...e molto altro. I bambini possono essere timidi al punto che non parlano neanche più in compagnia. La timidezza ha anche i suoi aspetti culturali: quello che per qualcuno si chiama timidezza, da altri è definita riservatezza. Nella nostra cultura la capacità di farsi valere, l’auto-affermazione,  tende a essere ritenuto fin troppo un valore importante e sembra quasi che i bambini cui piace stare un po’ ad osservare, oppure che sono più prudenti o riservati abbiano per forza qualche problema. Lo psicologo infantile olanndese Alfred Lange, che gestisce il sito Ouders on-line ed è professore all'Università di Amsterdam, spiega questo fenomeno così: «ll giudizio dice a volte di più su chi lo esprime che non della persona su cui si giudica. Spesso gli adulti sono troppo veloci nel giudicare».

A volte la timidezza è una semplice fase di passaggio. Il bambino diventa consapevole di sé e del suo “io”, scopre il potere del suo dire “no”, ma di pari passo cresce anche la consapevolezza del suo essere piccolo in mezzo ad altri. Il bambino che pensa di essere una specie di re in casa sua, in situazioni nuove può essere timido. Non è auspicabile che tutti i bambini  timidi diventino superassertivi, può esserci benissimo spazio per la riservatezza… Non è che un bambino che si lascia magari comandare al nido abbia immediatamente bisogno di un corso di autoaffermazione!

Timidi sì dunque ma la timidezza non deve diventare un freno. La situazione cambia quando il bambino comincia a evitare certe situazioni, quando si danneggia da solo limitando il suo campo e quando comincia a sviluppare delle vere e proprie angosce. Una situazione insomma che lo inibisce, fra le altre cose, nel costruire le necessarie amicizie. In un caso simile il bambino sarà sempre teso e spreca tanta energia in modo assolutamente  negativo.


Quando dunque la timidezza diventa un peso per il bambino bisognerà intervenire perché un bambino da solo non ce la fa ad uscire da questo problema, che non sempre, come si suole dire, “passa da solo”. E’ importante che il bambino impari a conoscere le sue emozioni e a gestire la sua timidezza.  Non si tratta di cambiare il carattere, ma il bambino deve imparare ad utilizzare le proprie capacità nella soluzione dei problemi.

 

Ecco alcuni consigli che noi genitori possiamo seguire abbastanza facilmente per rendere il mondo più accogliente per i nostri bambini:

1) Non permettiamo che altri definiscano il bambino come "timido". Il bambino potrebbe soffrire più di questa etichetta che non della timidezza stessa.
2) Parliamo con gli insegnanti di come trattano il nostro bambino, come valutano la sua timidezza, come si comporta a scuola... Condividiamo la nostra preoccupazione con gli insegnanti, senza però preoccuparsi continuamente e andare in angoscia noi!
3) Non obblighiamo il bambino a fare delle cose che non osa fare, ma offriamogli la necessaria protezione in situazioni per lui difficili da gestire. Prepariamo il bambino a questi eventi!
4) Raccontiamo al bambino di situazioni e di persone nuove che incontrerà: i nostri racconti su parenti e amici,  foto etc. lo aiutano a mettere gli eventi in un contesto che diventa più comprensibile e di conseguenza meno temibile.
5) Parliamo con il bambino delle sue paure e incertezze; anche noi siamo stati bambini e spesso possiamo capire fin troppo bene cosa vivono. Raccontando di noi stessi aiutiamo i bambini a mettere le loro emozioni in parole. Solo così il bambino potrà imparare a gestirle. Rispettiamo e facciamo attenzione ai sentimenti dei bambini.
6) Facciamo i complimenti quando si riesce a gestire bene una situazione. Senza ergerci a giudici, si può però anche discutere sugli aspetti che andrebbero migliorati. Vogliamo bene al bambino così com’è!
7) Insegniamo al bambino, anche con l’esempio, a gestire le frustrazioni. Questo aiuta nella creatività per risolvere i problemi.
8) Stimoliamo la curiosità dei bambini verso situazioni, persone e luoghi nuovi, raccontando storie ed eventi in modo positivo!
9) Facciamo in modo che il bambino abbia possibilità di sperimentare situazioni nuove, in un contesto dove si sente protetto: accompagnamolo al teatro, a una piscina diversa della solita etc.
10)  Insegniamogli, dando anche l’esempio, ad andare incontro al prossimo in modo positivo. Un sorriso “sociale”, anche se si ha paura, fa la differenza! La gentilezza verso gli altri diventa un’abitudine nonostante la timidezza ed è un ottimo mezzo contro l’isolamento.
11) Facciamo in modo che il bambino si possa scaricare, magari attraverso lo sport, ma anche in  un una bella amichevole battaglia fisica casalinga.
12) Sottolineiamo  sempre le parti dove il bambino va forte! Fare cose che piacciano al bambino  e dove riesce bene serve ad una buona dose di autostima.

Riferimento bibliografico: www.ouders.nl (Genitori on-line)
 

Harma Keen, Cisf
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