Un salvagente in Facebook

Un profilo nel più famoso social network gestito da una decina di giovani aiuterà i loro coetanei in difficoltà a raccontarsi nelle loro fatiche quotidiane.

11/05/2011

Parlare di sé a un computer per un pre-adolescente è più semplice: niente occhi puntati, niente temuto giudizio degli adulti sui propri disagi. Solo uno schermo che ascolta, uno strumento che appartiene come seconda pelle ai nativi digitali, un moderno diario. Così il professor Luca Bernardo, direttore del dipartimento materno infantile dell'Azienda ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, e il giornalista-formatore Alessandro Calderoni hanno avuto un'idea: creare una pagina di Facebook dove pre e adolescenti in difficoltà si possano raccontare ad altri ragazzi, formati per gestire le loro problematiche, dove ci sia anche la possibilità di entrare in contatto, se richiesto dagli interessati, con un team di esperti, dal pediatra al neuropsichiatra infantile, dall'adolescentologo allo psicologo. Nasce così il progetto "Zheng: un amico un aiuto", che vede la sinergia tra l'azienda ospedaliera milanese e l'associazione Itaca onlus.

Il nome scelto viene da lontano. Zheng He fu un grande navigatore cinese del XV secolo, guidò 31 navi con 28.000 soldati a bordo attraverso l'Oceano Indiano, raggiungendo le coste orientali dell'Africa, il Mar Rosso, il Giappone e la Corea. L'immagine scelta per la pagina è proprio la sua, quella di un coraggioso ammiraglio della flotta imperiale, un uomo di mare prestato al viaggio verso il racconto di sé, alla navigazione via web. «Utilizzando un nick per non farsi riconoscere un ragazzo accede così a un luogo virtuale dove è più facile parlare. Dall'altra parte c'è un team di pari, ragazzi appena diciottenni: sono circa una decina finora i volontari, sei sono già stati formati. Ciò consente di intercettare i malesseri più gravi e di guidare i ragazzi verso un team di esperti», racconta il professor Bernardo.

Anche i dati parlano: secondo un sondaggio effettuato da Amerina on line nel 2005, almeno il 50% dei giovani blogger usa il proprio spazio di scrittura come forma di auto terapia. Spesso, quindi, basta avere qualcuno disposto a dedicare del tempo all'ascolto: «Non occorre clinicizzare il disagio, finché è possibile - spiega Alessandro Calderoni-. Il malessere può durare lo spazio di un momento. Noi  abbiamo usato Facebook con lo spirito di chi prende un taxi in Cina: il tassiste cinese che non capisce la lingua non ci porta da nessuna parte se non gli porgiamo un pezzetto di carta con su scritto, in cinese, il posto in cui dobbiamo andare. Qui è uguale: per parlare con i ragazzi bisogna usare lo stesso mezzo di comunicazione, internet e il web».

Le pagine di Facebook create per l'occasione, e attive da ieri, sono due: "Zheng, un amico", aperto solo ai ragazzi tra i tredici e i vent'anni  e "Zheng, un amico un aiuto", dove gli adulti possono manifestare il loro apprezzamento all'iniziativa cliccando "mi piace". La pagina Facebook per i ragazzi offre un dialogo con i giovani volontari, in chat, martedì dalle 20 alle 22 e giovedì dalle 14,30 alle 16,30, oppure consente di fissare un appuntamento di mezz'ora per chiacchierare in altri orari mandando un messaggio all'indirizzo zheng@fbf.milano.it e usando poi per il contatto anche MSN o Skype. Indirizzo utile anche per chiedere una consulenza a un esperto. Infine c'è la bacheca, sempre disponibile, dove è possibile attaccare commenti e stati d'animo.

Maria Gallelli
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