06/02/2013
Anche il mondo medico e della sanità si mobilita per l’iniziativa dei cittadini europei Uno di noi. «Quando diciamo vita diciamo dono, creazione, preziosità ma anche fragilità, vulnerabilità da sempre presenti nell’uomo sin dal concepimento» - afferma Filippo Boscia, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani e presidente del Forum Nazionale Sanità. «Inizialmente la nostra vita è un soffio, quello spirituale di Dio, poi può diventare liberta o prigione, impegno o abbandono, generosità o arroganza. Noi medici cattolici, noi Forum, ritroviamo nella fragilità la più grande forza della vita ed è per questo che, indipendentemente dall’essere laici o religiosi, difendiamo i valori; ed è per questo che difendiamo la vita. Io sono assolutamente convinto come uomo e cristiano che sia più meritevole di attenzione proprio quella fragilità che non ha voce ed è questa la motivazione di ferma e convinta adesione attuata con passione all’iniziativa europea Uno di noi. Perché l’Europa riconosca la dignità, il diritto alla vita e all’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento».
Filippo Boscia ci parla dei doveri dei medici e degli operatori sanitari cattolici? «Abbiamo l’obbligo di saper ascoltare, di metterci in ascolto, di sapere abbracciare le sofferenze, di saper individuare le fragilità. L’obbligo di venire incontro con generosità e passione, pazienza e fortezza nella consapevolezza che la vera esperienza della vita è quella dell’amore, della vocazione e dell’accoglienza». E, in particolare, come ginecologo che si dedica alla vita nascente si augura di «creare le condizioni affinché gli altri, i concepiti i neonati piccoli scoprano che la cosa più importante della vita sta nel cercare di esprimere tutti i suoi processi in tutte le possibili declinazioni».
Appoggio incondizionato arriva anche dall’Unitalsi - Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali: «l’Unitalsi aderisce alla campagna Uno di noi – spiega il presidente nazionale Salvatore Pagliuca – perché attraverso la raccolta di un milione di firme in 7 paesi europei possiamo chiedere la tutela del diritto alla vita. L’associazione opera nel mondo della malattia e della disabilità e ben conosce il diritto alla vita; l’Unitalsi ritiene che il mondo della malattia e della disabilità non è un mondo a parte ma una parte del mondo che ben conosce, anzi, a maggior ragione conosce le difficoltà del vivere. Per questo abbiamo ritenuto opportuno aderire all’iniziativa non solo con l’associazione ma anche con ogni singolo associato».