30/01/2013
«La motivazione principale che mi muove nel sostenere e aderire a Uno di noi è di fede» – afferma don Gianni di Pinto, curato della parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Roma. Credo nella vita fin dal suo concepimento e stando con le persone mi convinco sempre di più che uno degli effetti collaterali della legge sull’aborto è un alleggerimento del senso di consapevolezza della gente rispetto all’importanza della vita stessa. Per questo do il mio incondizionato appoggio al movimento come padre, cittadino e cattolico».
- Come pensa di sensibilizzare i suoi parrocchiani?
«Con una campagna di comunicazione intorno alla chiesa e nel quartiere. Ogni prima domenica di febbraio si celebra la Giornata della vita che è già molto sentita. In quella occasione appenderemo i manifesti di Uno di noi per le strade, sulle vetrine dei negozi, oltre che in chiesa. Già questa domenica volantineremo, il 3 febbraio raccoglieremo le firme sul sagrato. Qualche giorno prima andremo in giro anche per il mercato di via Catania».
- Una grande mobilitazione e tanti collaboratori…
«Sì, è un tema molto sentito. E laddove non lo fosse, coglierò l’occasione per far riflettere chi ascolta. Ai parrocchiani parlerò in un’ottica di cristiano. Con gli altri affermerò la dignità e l’uguaglianza dell’embrione, già Uno di noi nel suo DNA».
Chiara Pelizzoni