20/07/2011
Un momento della commemorazione del 19 luglio (foto Ansa).
È l’anniversario del giorno dopo. Il giorno dopo l’assassinio di Paolo Borsellino e dei cinque uomini della sua scorta: Emanuela Loi , Agostino Catalano Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. «Il 20 maggio per noi magistrati, ma anche per tutti i cittadini italiani, ha significato sgomento, rabbia, senso di impotenza, ma anche sfida ad agire e a ricostruire tutto ciò che la mafia voleva distruggere», commenta il giudice Giovanbattista Tona, presidente dell’Associazione magistrati di Caltanissetta. La procura nissena , proprio tra pochi giorni, depositerà le memorie per la revisione del processo per l’attentato in via D’Amelio.
«Il lavoro che ci siamo trovati a fare per la revisione è stato immane: cento faldoni, tre giudizi diversi, migliaia di pagine. Credo che sia stata l'impresa più faticosa della mia carriera», ha commentato ieri sera il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari durante la cerimonia commemorativa in via D’Amelio. E oggi, per ricordare che c’è ancora bisogno di impegno, alle 17.30 allo stadio Tomaselli di Caltanissetta, i magistrati di Palermo e quelli nisseni si troveranno per una partita di pallone che hanno voluto intitolare “Un calcio alla mafia”. Manfredi Borsellino, il figlio di Paolo, con la maglia numero 10, giocherà un tempo in una squadra e un tempo in un’altra a sottolineare il legame stretto che, pur nella competizione, non può mancare tra le procure.
«Vogliamo trovarci uniti per essere quello che Borsellino, Falcone e gli uomini migliori della Sicilia avrebbero voluto che fossimo», continua Tona. In panchina il piccolo Paolo, nipote del magistrato ucciso, mascotte dell’iniziativa promossa dall’Anm sezione di Caltanissetta e sezione di Palermo e dalla Fondazione Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia.
Annachiara Valle