Los Roques, i misteri su quella rotta

La scomparsa dell'aereo su cui viaggiava Vittorio Missoni riporta sotto i riflettori altri due casi precedenti. E si pensa all'ipotesi del dirottamento da parte dei narcos.

06/01/2013
L'imprenditore Vittorio Missoni, che era a bordo del bimotore scomparso tra Los Roques e Caracas (Ansa).
L'imprenditore Vittorio Missoni, che era a bordo del bimotore scomparso tra Los Roques e Caracas (Ansa).

Come è possibile che un aereo bimotore scompaia nel nulla, in un tratto di mare di circa 160 chilometri, dopo essere sparito dai radar a circas dieci miglia nautiche dall'aeroporto di partenza? Il mistero della sparizione del velivolo tra Los Roques e Caracas, sul quale viaggiava Vittorio Missoni con la moglie e una coppia di amici italiani, riapre un altro, altrettanto inquietante scenario, rispetto a quello dell'incidente e dell'inabissamento in mare: lo scenario del dirottamento e del sequestro dell'aereo da parte dei narcotrafficanti, che lo avrebbero usato per trasportare partite di cocaina. Quanto alla sorte dei passeggeri - come riporta il quotidiano degli italo-venezuelani La voce d'Italia - potrebbero essere stati uccisi e fatti sparire nella selva tropicale al confine tra Venezuela e Colombia, zona impervia, dove i narcos sono molto attivi. Altra ipotesi: potrebbero essere ancora nelle mani dei sequestratori, anche se appare molto improbabile.

Per le ricerche del bimotore della Transaven (la compagnia privata che opera i voli a Los Roques) si è mosso il Comando estratégico operacional de la Fuerza armada nacional bolivariana, responsabile dell'operazione, è stata inviata la nave oceanografica Guaicamacuto e stanno collaborando anche i pescatori, che conoscono perfettamente i fondali in quel tratto di mare dove si pensa sia caduto l'aereo, stando all'ipotesi dell'incidente.

Il caso dell'aereo sparito il 4 gennaio 2013 riporta inevitabilmente i riflettori anche sull'altro aereo fantasma, sparito esattamente cinque anni prima, il 4 gennaio 2008, con 14 passeggeri a bordo, dei quali otto italiani. Nonostante l'impegno nelle ricerche, anche di quell'aereo non si è più saputo nulla, a parte il ritrovamento su una spiaggia dello scheletro del copilota. Ora, proprio a seguito di questo nuovo incidente e su insistenza dei familiari dei passeggeri scomparsi nel 2008, è stata decisa la ripresa delle ricerche anche di quel velivolo, che potrebbero essere condotte in contemporanea con quelle del bimotore su cui volava Missoni. Nel caso del 2008, prima della scomparsa dai radar, il pilota aveva comunicato ai controllori di volo un'avaria ai due motori e aveva previsto un ammaraggio tra la barriera corallina e l'arcipelago. Ma non si sa se la manovra sia mai avvenuta. E i familiari dei passeggeri, con la consulenza del comandante Mario Pica, ex pilota dell'Aeronautica militare, non si sono mai dati per vinti e hanno continuato a chiedere che le ricerche non venissero abbandonate.

Un elicottero di salvataggio venezuelano, impiegato per le ricerche dell'aereo scompaerso (Ansa).
Un elicottero di salvataggio venezuelano, impiegato per le ricerche dell'aereo scompaerso (Ansa).

Ad alimentare il mistero è anche il ricordo di un caso simile ancora precedente a quello del 2008, che ha coinvolto degli italiani: il 2 marzo del 1997, sulla medesima rotta, scomparve un altro bimotore sul quale viaggiava una giovane coppia di veneti, oltre a un avvocato di Amnesty International e un suo amico australiano. Spariti senza lasciare traccia. Anche di loro non si è mai più saputo nulla.

Gli italiani in Venezuela rappresentano una comunità molto numerosa, significativa e capillare, presente in tutti gli Stati federali del Paese (il 90% dei municipi venezuelani conta una presenza italiana). Dopo quelle presenti in Argentina e in Brasile, la comunità italiana in Venezuela - figlia di un'emigrazione di massa che esplose dopo la Seconda guerra mondiale - è la terza più popolosa dei tutta l'America latina, con una presenza di circa 130mila residenti. Quanto alle isole Los Roques, gli italiani che vi abitano stabilmente sono una ventina, ovvero la metà di tutti gli stranieri che risiedono lì, impegnati nella ricettività turistica, soprattutto come proprietari di posadas: l'arcipelago si attesta dunque come l'entità federale venezuelana con la più alta pecentuale di italiani. Molti italiani che vivono in Venezuela sono imprenditori. Ma la situazione è tutt'altro che tranquilla: a Caracas, ma anche in altre zone del Paese, come quella al confine con la Colombia, la criminalità e la violenza hanno raggiunto livelli altissimi e i casi di sequetri di persone e di cosiddetti sequestri-lampo, compiuti anche a danno di italiani, sono un vero allarme sociale.

Giulia Cerqueti
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