Elio: il Gian Burrasca della Tv italiana

Il cantante milanese porta a teatro, in un musical, il personaggio-bambino reso famoso da Rita Pavone. E sul piccolo schermo è uno dei giudici di X-Factor.

10/09/2010
Il cantante e attore Elio (di Elio e le Storie Tese).
Il cantante e attore Elio (di Elio e le Storie Tese).

Istrionico e impertinente, vulcanico e imprevedibile, ironico e irriverente. Se non fosse per l’età anagrafica – lui è un po’ più cresciuto, di anni ne ha 49 – si direbbe che il personaggio-bambino di Gian Burrasca è stato ritagliato alla perfezione su di lui. Perché Elio (di Elio e le Storie Tese) è il Gian Burrasca della musica italiana, il ragazzo terribile che, con acume e intelligenza, si diverte a dissacrare i luoghi comuni del mondo dello spettacolo, a prendere in giro i mostri sacri dell’immaginario popolare e televisivo.

Ora, da settembre, Elio è il protagonista del musical "Gian Burrasca", con la regia di Lina Wertmüller, che nel 1964 diresse la serie Tv Il Giornalino di Gian Burrasca, con le musiche di Nino Rota che hanno fatto storia. Allora, una giovanissima Rita Pavone vestiva i panni di Giannino Stoppani, il ragazzino combina guai che mette a nudo i falsi moralismi della società dell’epoca, uscito dalla penna di Vamba nel 1907 (pubblicato nel 1912). La serie ebbe enorme successo e molti la lessero, addirittura, in chiave presessantottina.

Il musical è andato in scena in prima nazionale l’8 settembre al Festival della letteratura di Mantova. E a partire dal 7 settembre Elio è anche nella rosa dei giudici di X-Factor 4, il reality show di Rai 2, al fianco di Mara Maionchi, Enrico Ruggeri e Anna Tatangelo.


Elio, sei il Gian Burrasca della musica italiana. Come mai questo progetto di musical non è nato prima?
«Se non fosse venuto in mente a me non me l’avrebbe fatto fare nessuno. In Italia, dal punto di vista della cultura c’è una palude dove non accade nulla. Nonostante l’amenità e la leggerezza della storia, in realtà con Gian Burrasca parliamo di Nino Rota e Lina Wertmüller, nomi che hanno fatto la storia della cultura italiana. Il musical nasce con l’intento di trattare materie leggere e divertenti, ma in modo interessante e qualitativamente elevato, con ottimi musicisti».

Vesti i panni indossati da Rita Pavone...
« In realtà c’è una differenza fondamentale: la Pavone interpretava il personaggio di Gian Burrasca all’interno di una commedia; io, invece, sono l’unico attore e interpreto tutti i personaggi. Il mio obiettivo è quello di cantare le canzoni e collegarle nella storia raccontando una serie di brani selezionati del Giornalino; io sono un cantante, non mi sento un attore».

Avevi già avuto altre esperienze teatrali con Lina Wertmüller?
«Sì. Per molto tempo ci siamo frequentati; Lina, poi, ha una storia incredibile: tutti la conoscono per i suoi film, ma lei ha avuto anche una carriera come regista di teatro. Nelle nostre conversazioni ho appreso che la Wertmüller non solo è stata regista della serie Tv di Gian Burrasca, ma anche l’autrice dei testi delle canzoni. Pochi sanno, per esempio, che Viva la pappa col pomodoro è stata scritta da lei. Mi ha raccontato che lei e Nino Rota si rinchiusero per tre giorni e buttarono giù di getto tutti i brani della serie. Io, poi, già ammiravo Rota: lui era un compositore a cavallo tra il classico e il pop e io vengo da una formazione classica. Comunque, sono più preoccupato di questo spettacolo che di X-Factor».

Come mai?
«Perché il musical è una cosa impegnativa. In X-Factor devo dire se un’esibizione mi piace o no. La parte più difficile è stata quella di valutare i ragazzi e decidere chi far passare. Non è facile: chiunque ti trovi di fronte si sta mettendo in gioco, ogni volta che elimini un concorrente c’è qualcuno che piange. Non so ancora esattamente cosa dovrò fare, perché X-Factor non lo guardavo».

E poi hai debuttato al posto di Morgan...
«Non penso di prendere il posto di qualcuno. Si potrebbe dire, piuttosto, che Enrico Ruggeri sostituisce Morgan. Io, poi, fino all’ultimo ho sperato di fare X-Factor insieme a lui. Di Morgan, infatti, penso solo bene, artisticamente e umanamente. Non ci sto a condannarlo ».

Perché hai accettato di partecipare al reality show?
«Primo, perché sono stato ospite del programma un paio di volte e mi sono trovato bene. Ora il motivo serio: siccome ormai tutto passa per la Tv e, a parte X-Factor e Amici, le trasmissioni musicali non ci sono più, o si resta fuori e si continua a dire che fa tutto schifo, o si entra e si cerca di cambiare le cose dall’interno. Io scelgo la seconda opzione. Vorrei tornare a considerare la musica un’arte: che è quello che voleva fare Morgan».

A parte la musica, hai passioni particolari?
«Sono appassionato di baseball, con il mio collega di gruppo Faso facciamo le telecronache su Sky, una scusa per guardare le partite... Poi mi piace molto la storia antica».

Ti sei laureato in Ingegneria. Strano immaginare Elio ingegnere...
«A differenza dello stereotipo comune, l’ingegnere è un grande creativo. Questo studio ti dà un metodo: e io, nel mio mestiere e in tutte le cose, mi muovo e penso come un ingegnere».

Giulia Cerqueti
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