18/06/2010
José Saramago è morto a 87 anni.
Chissà se adesso riposerà in pace o se anche lassù troverà qualcuno contro cui indignarsi e polemizzare. Ora che l'ha lasciato, alla bella età di 87 anni, lo si può dire: questo nostro mondo a José Saramago non era mai piaciuto. Tropppa ingiustizia, troppi soprusi, tropppa arroganza dei potenti.
D'altra parte, il Nobel era cresciuto nell'opprimente regime di Salazar e aveva potuto vedere da vicino le distorsioni del potere. Proprio la situazione politica del suo Paese lo aveva spinto fra le braccia del comunismo, con l'iscrizione al partito nel 1969, anche se era sempre riuscito ad evitare di finire in prigione. Sicuramente la sua grande stagione letteraria ha inizio dopo la celebre Rivoluzione dei garofani, nel 1974. Del '77 è Manuale di pittura e calligrafia, dell'82 Memoriale del convento, dell'84 L'anno della morte di Ricardo Reis, dell'89 Storia dell'assedio di Lisbona.
Eppure i problemi e le polemiche per Saramago non erano certo cessati con il tramonto di Salazar. Le violente polemiche scoppiate in seguito alla pubblicazione, nel 1991, di Il Vangelo secondo Gesù Cristo, a causa delle sue posizioni anticlericali (ribadite nel suo più recente romanzo, Caino), lo spinsero a un esilio volontario, nell'isola di Lanzarote, dove è vissuto fino alla morte. Il suo capolavoro è probabilmente Cecità, apparso, nel 1995: potente metafora dell'assurdità dell'odio fra gli uomini e celebrazione della fratellanza.
Saramago faceva parlare spesso di sé, per le sue opere (che gli valsero il Nobel nel 1998) e per le sue prese di posizione "politiche". Oltre che per il suo anticlericalismo, suscitò polemiche per alcune frasi sugli ebrei (a proposito delle quali specificò che il suo attacco era diretto alla politica di Israele, non al popolo). Ma in generale la sua impostazione marxista lo portò a mettere in luce gli aspetti deteriori del liberismo e della globalizzazione.
Negli ultimi anni, gli attacchi a Berlusconi avevano provocato la rottura con l'Einaudi, la sua casa editrice storica, e il passaggio alla Feltrinelli.
Paolo Perazzolo