25/11/2011
Donne africane in abiti tradizionali.
Per le donne africane è ancora una piaga terribilmente diffusa, difficile da sradicare. Le mutilazioni genitali femminili rappresentano una barbarie, una violazione dei diritti, una pratica disumana che provoca alle donne enormi sofferenze, traumi psicologici, infezioni gravi, spesso anche la morte. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, tra 100 e 140 milioni di di bambine, ragazze, donne nel mondo hanno subìto una forma di mutilazione genitale che, a seconda del gruppo etnico di appartenenza, varia da un taglio o escissione parziale fino all'infibulazione.
A subire la piaga delle mutilazioni sono, nella grande maggioranza dei casi, le donne africane. In alcuni Stati asiatici, dall'India all'Indonesia, si sa che le mutilazioni vengono praticate ma non si hanno a disposizione dati statistici sul fenomeno e sulla sua diffusione. Le mutilazioni sono documentate in 27 Paesi africani e in Yemen. In alcuni Stati - come Egitto, Eritrea, Somalia, Mali - questa pratica tocca l'intera popolazione femminile.
Molte associazioni stanno combattendo contro questa violazione dei diritti delle donne. Fra di loro, la Fondazione Equality now, con sede a Nairobi (Kenya), impegnata nell'eliminazione di ogni forma di violenza e discriminazione
contro le bambine e le donne in tutto il mondo. Per far conoscere il
fenomeno delle mutilazioni genitali, la fondazione ha promosso un documentario,
Africa rising, diretto da Paula Heredia, che ritrae la
forza e la tenacia delle donne africane, il loro lungo cammino per affermare la loro dignità.
Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. E Africa rising è protagonista della rassegna cinematografica "Siamo pari! La parola alle donne", promossa a Milano dall'organizzazione umanitaria Intervita insieme alla rivista Nick: fino al 26 novembre il Teatro Litta è sede di proiezioni di film, dibattiti e una mostra fotografica per riflettere sul ruolo
delle donne e sulla loro condizione di disparità in molte zone del mondo. Alla proiezione di Africa rising (alle 21) è presente Grace Uwizeye della fondazione Equality now insieme a
Giorgio Zucchello, responsabile della cooperazione internazionale di
Intervita onlus (www.intervita.it).
Istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ricorre il 25 novembre
in ricordo del massacro delle sorelle Patria, Minerva e María
Teresa Mirabal, assassinate in Repubblica dominicana nel 1960 per la
loro battaglia politica contro la dittatura di Rafael Leonidas
Trujillo. Come i dati rivelano, la violenza di genere resta un allarme
sociale anche in Italia: secondo l'indagine Istat del 2007 quasi 7
milioni di donne in Italia tra i 16 e i 70 anni sono state vittime di
violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita. La violenza è la
seconda causa di morte per le donne in gravidanza. Ma oltre il 90% dei
casi non vengono denunciati.
Giulia Cerqueti